http://www.youtube.com/watch?v=6rndltmm3oE
Ho riletto vecchie cose, mi sono riascoltata... e ora sono solo stanca. Mi dico stupida. Stupida da prendersi sempre le colpe, stupida nel credere, sempre e comunque. E tutto l'Amore che avevo dove è finito? E quel ragazzo che mi faceva sentire solo poco amata perché sembra sempre un Piccolo Principe?
Perché la Fantasia è Fantasia, ma devo fare attenzione. Non dimenticare il buono, certo, la tenerezza e tutto il resto, ma neanche ora, a distanza di un anno, piangere su quello che non c'è, mentre lui, "l'eremita"... di certo eremita non è. Prima di essere cattiva, questa canzone mi ha spiegato tanto questa mattina
Tuesday, December 18, 2007
Thursday, December 13, 2007
Monday, November 26, 2007
Sunday, November 04, 2007
Questo è, più o meno, g. come lo vedo io, le caratteristiche che penso abbia, e le cose che mi piacciono di lui (anche se dare un numero è la cosa meno semplice del mondo…) Ma qual è la combinazione giusta? Ci vuole un 5% di questo e un 20% di quest’altro, ma non deve mancare il 3% di quello lì… oppure è tutto il contrario? Oppure non è come una ricetta, dipende da talmente tante cose, e soprattutto dal momento preciso in cui tutto accade, che è impossibile trovare una regola? (I parametri, se fossimo in econometria, sarebbero tutto tranne che stabili..)
Probabilmente dovrei dare più peso alle sensazioni, a quei momenti di comprensione assoluta che arrivano per caso e chissà da dove, e in questo caso mi dicono che non andremo da nessuna parte. Troppe cose, in quella torta, quadrano poco: una fetta è troppo striminzita, e altre mancano totalmente.
Probabilmente dovrei dare più peso alle sensazioni, a quei momenti di comprensione assoluta che arrivano per caso e chissà da dove, e in questo caso mi dicono che non andremo da nessuna parte. Troppe cose, in quella torta, quadrano poco: una fetta è troppo striminzita, e altre mancano totalmente.
Se devo essere sincera, però, ho saltato la cosa più importante: la mia allegria di ieri mattina e pomeriggio, e quella di giovedì… guarda caso sempre dopo aver passato la serata con lui.
Friday, November 02, 2007
Una serata come non mi capitava da tanto, ieri: quattro.. (come definirle?) persone che si stanno conoscendo, pasta con le melanzane, gli omini del sale e del pepe, il primitivo al centro della scena, i tre allegri ragazzi morti e i muse, chiacchiere, pettegolezzi, risate e silenzi… e poi l’atomic bar, il 29 e i suoi strani abitanti, ricordi che si confondono con il presente…
Stavolta, però, sono accordata con la serata, sono lì e non potrei essere da nessuna altra parte (neanche, perdonami g., al cinema con te..). E non è solo il vino, è che a volte ho tanta fortuna, devo riconoscerlo, e magari per un giorno la smetto di lamentarmi. Perché non c’è niente di scontato nell’amicizia, e non importa come andrà a finire, quello che conta è il percorso.
Stavolta, però, sono accordata con la serata, sono lì e non potrei essere da nessuna altra parte (neanche, perdonami g., al cinema con te..). E non è solo il vino, è che a volte ho tanta fortuna, devo riconoscerlo, e magari per un giorno la smetto di lamentarmi. Perché non c’è niente di scontato nell’amicizia, e non importa come andrà a finire, quello che conta è il percorso.
Monday, October 22, 2007
Certe persone ci sono vicine, ma non se ne capisce il motivo.
Perché in fondo siamo la quintessenza di ciò che non sopportano.
Me lo chiedo spesso ora, che rimetto in discussione tutto, anche una delle persone a cui sono più legata.
E poi, un’altra cosa che mi sto chiedendo, perché non mi difendo mai?
Non sono abbastanza per me stessa perché valga la pena di difendermi?
Io che mi metto sempre a difendere tutti, per il gusto della difesa, di contrastare chi attacca, per il voler trovare sempre qualcosa di buono nell’altro, nel mio caso butto la spugna prima che avvenga l’incontro. Non ne vale la pena. Perché? Perché in fondo credo soprattutto nell’incomunicabilità o perché mi considero inutile?
Quale delle due risposte sarà la più triste.
Io continuo a voler bene a chi mi ha ferito così tanto che ne piango ancora oggi a distanza di centinaia di km e di giorni. Continuo a voler bene, ma allo stesso tempo non riesco a perdonare. E anche questa è una sconfitta.
Questa città non guarirà da sola i miei mali. Bisogna rimettersi al lavoro.
Dori cara, quante cose dovrei raccontarti (questa, per esempio, è di prima della partenza), ma sono cose da dirsi a voce, in una telefonata notturna di qualche ora... quanto mi manchi...
Perché in fondo siamo la quintessenza di ciò che non sopportano.
Me lo chiedo spesso ora, che rimetto in discussione tutto, anche una delle persone a cui sono più legata.
E poi, un’altra cosa che mi sto chiedendo, perché non mi difendo mai?
Non sono abbastanza per me stessa perché valga la pena di difendermi?
Io che mi metto sempre a difendere tutti, per il gusto della difesa, di contrastare chi attacca, per il voler trovare sempre qualcosa di buono nell’altro, nel mio caso butto la spugna prima che avvenga l’incontro. Non ne vale la pena. Perché? Perché in fondo credo soprattutto nell’incomunicabilità o perché mi considero inutile?
Quale delle due risposte sarà la più triste.
Io continuo a voler bene a chi mi ha ferito così tanto che ne piango ancora oggi a distanza di centinaia di km e di giorni. Continuo a voler bene, ma allo stesso tempo non riesco a perdonare. E anche questa è una sconfitta.
Questa città non guarirà da sola i miei mali. Bisogna rimettersi al lavoro.
Dori cara, quante cose dovrei raccontarti (questa, per esempio, è di prima della partenza), ma sono cose da dirsi a voce, in una telefonata notturna di qualche ora... quanto mi manchi...
Sunday, October 14, 2007
E' un po' troppo grigia e scura questa foto, ma se ti concentri un po' compare il sole caldo della nostra terra, anche se magari è inverno, e come al solito stiamo disertando educazione fisica per chiacchierare e straparlare di cespugli, tizi contemplativi e quell'orrore del libro di classico inglese.... Forse stiamo addirittura facendo foto demenziali da qualche parte in palestra....
Cicci, scrivo solo per augurarti di avere ogni giorno lo stesso sorriso di quelle foto. Importa poi poco tutto il resto....
A presto.
Cicci, scrivo solo per augurarti di avere ogni giorno lo stesso sorriso di quelle foto. Importa poi poco tutto il resto....
A presto.
Monday, October 08, 2007
Chi l'avrebbe mai detto. Mai e poi mai avrei osato anche solo sperarci. Anche ora, in realtà, faccio un'enorme fatica a crederci, tanto che la paura più grande in questo momento è che si stanchi prima ancora che sia riuscita a sbloccarmi un po', prima che sia riuscita a fargli capire quello che mi passa per la testa. Purtroppo sono riemersi traumi e complessi che credevo (speravo.. la solita ingenua) di aver superato da tempo. Paure, paure e ancora paure.
Cicci, tanto per dire qualcosa di nuovo, non ci sto capendo niente... e mi manchi!!
Cicci, tanto per dire qualcosa di nuovo, non ci sto capendo niente... e mi manchi!!
Wednesday, September 26, 2007
Cicci, come al solito avevi colto nel segno. Per di più, lo hai fatto molto molto presto, ben prima che se ne accorgessero altre persone accanto a me, e persino che me ne accorgessi io. A luglio notavi in me una tristezza diversa dal solito, e purtroppo sono costretta a darti ragione, a dirti, addirittura (mannaggia), che questa cosa (non so veramente come definirla) continua, e inizia a spaventarmi sul serio.
Mi sento arida, in questo periodo. Proprio io che ho come motto preferito "forza e coraggio, dopo aprile viene maggio", non riesco a non intravedere (prevedere?) la conclusione inevitabilmente negativa di qualsiasi cosa mi accada...
Conosco un tipo interessante, e il primo pensiero è "tanto o è fidanzato o sta per mettersi con una ragazza stupenda". Inizio il master in cui tanto speravo, ma poi la prima volta che si studia in gruppo mi sento troppo scema, ignorante con chiunque parlo. E poi il pensiero costante di essere vagamente ridicola, non presa sul serio perchè sembro un cartone animato, antipatica o cmq un tantino noiosa.... Ok, ora esagero ma stamattina piove pure, è ancora più difficile del solito tener su l'umore..
Non riesco nemmeno a immaginare cosa potrebbe scuotermi. poi sto bene, sono anche allegra e rido, faccio la pagliaccia come mio solito e sembra tutto uguale... ma la piccola grande differenza sta nell'umore di sottofondo. Sono diventata pessimista?
Spero tanto che sia solo una fase... Così non ce la faccio, così proprio non mi piaccio.
Per me allegria vuol dire speranza, vuol dire non angosciarsi pensando al futuro, perchè tutto si sistema e troverò il mio posto, cmq vada e qualsiasi cosa succeda, verrà fuori chi sono (siamo) veramente.
E ora mi ritrovo a pensare sempre al dopo, e in termini negativi.... Spero che passi presto.
(Che poi, perchè? Ho avuto le mie batoste, come tutti, ma non proprio l'altroieri... e non mi trovo in questo stato d'animo dall'ultima batosta... almeno credo!)
Non capisco...
Mi sento arida, in questo periodo. Proprio io che ho come motto preferito "forza e coraggio, dopo aprile viene maggio", non riesco a non intravedere (prevedere?) la conclusione inevitabilmente negativa di qualsiasi cosa mi accada...
Conosco un tipo interessante, e il primo pensiero è "tanto o è fidanzato o sta per mettersi con una ragazza stupenda". Inizio il master in cui tanto speravo, ma poi la prima volta che si studia in gruppo mi sento troppo scema, ignorante con chiunque parlo. E poi il pensiero costante di essere vagamente ridicola, non presa sul serio perchè sembro un cartone animato, antipatica o cmq un tantino noiosa.... Ok, ora esagero ma stamattina piove pure, è ancora più difficile del solito tener su l'umore..
Non riesco nemmeno a immaginare cosa potrebbe scuotermi. poi sto bene, sono anche allegra e rido, faccio la pagliaccia come mio solito e sembra tutto uguale... ma la piccola grande differenza sta nell'umore di sottofondo. Sono diventata pessimista?
Spero tanto che sia solo una fase... Così non ce la faccio, così proprio non mi piaccio.
Per me allegria vuol dire speranza, vuol dire non angosciarsi pensando al futuro, perchè tutto si sistema e troverò il mio posto, cmq vada e qualsiasi cosa succeda, verrà fuori chi sono (siamo) veramente.
E ora mi ritrovo a pensare sempre al dopo, e in termini negativi.... Spero che passi presto.
(Che poi, perchè? Ho avuto le mie batoste, come tutti, ma non proprio l'altroieri... e non mi trovo in questo stato d'animo dall'ultima batosta... almeno credo!)
Non capisco...
Thursday, September 06, 2007
Di nuovo sui banchi!! La sensazione è stranissima, e per ora non ci sto capendo niente… so solo che è un mondo completamente diverso a quello a cui ero abituata (cara la mia uni, tanto bistrattata ma ora capisco quanto sono stati bravi), e ben vengano i cambiamenti!
Avrei tante cose da raccontare, tanti piccoli pezzetti di confusione, ansia, ma anche entusiasmo degli inizi… talmente tante cose che non so da dove iniziare, e cosa scegliere, e alla fine preferisco non dire (quasi) niente, aspettare cosa verrà fuori nei prossimi giorni.
Avrei tante cose da raccontare, tanti piccoli pezzetti di confusione, ansia, ma anche entusiasmo degli inizi… talmente tante cose che non so da dove iniziare, e cosa scegliere, e alla fine preferisco non dire (quasi) niente, aspettare cosa verrà fuori nei prossimi giorni.
P.s.: Stamattina, mentre vagavo cercando di capire dove andare, mi sono sentita chiamare “compagna” da uno che aveva intuito che fossi dalla sua parte per come mi ero vestita… eheheh a quanto pare è questa la prima impressione che faccio, in questi giorni! (primo aneddoto di una lunga serie).
Tuesday, August 28, 2007
Ho riletto molto, in questi ultimi giorni. Questo computer conserva tante, lunghe, tracce di quel tempo passato, ed è stato con sorpresa che ho trovato una parte di me stessa ormai sconosciuta.
Cara Polidora, non so cosa ti attende dietro l'angolo, ma sono certa che sarà una grande e meravigliosa avventura. Quanto ti invidio...
Vorrei tanto, sai, tornare a quei momenti di spensieratezza, smettere di angosciarmi sul futuro e vivere con più grinta il presente. Una mia cara amica (forse quella che, poverina, mi conosce meglio) dice che non mi sono mai ripresa dal ritorno, che non sono più me stessa da allora, ma non credo che sia così... per quanto, ancora oggi, mi sento sperduta, incapace di capirmi.
Perdona il flusso di parole, è che sto cercando il modo giusto per ripartire, a settembre, e non mi sembra di esserci neanche lontanamente vicina.
Forse è solo la paura dell'ignoto, la consapevolezza di essere inadeguata....... chissà.
Buon viaggio, buoni viaggi, cara.
Cara Polidora, non so cosa ti attende dietro l'angolo, ma sono certa che sarà una grande e meravigliosa avventura. Quanto ti invidio...
Vorrei tanto, sai, tornare a quei momenti di spensieratezza, smettere di angosciarmi sul futuro e vivere con più grinta il presente. Una mia cara amica (forse quella che, poverina, mi conosce meglio) dice che non mi sono mai ripresa dal ritorno, che non sono più me stessa da allora, ma non credo che sia così... per quanto, ancora oggi, mi sento sperduta, incapace di capirmi.
Perdona il flusso di parole, è che sto cercando il modo giusto per ripartire, a settembre, e non mi sembra di esserci neanche lontanamente vicina.
Forse è solo la paura dell'ignoto, la consapevolezza di essere inadeguata....... chissà.
Buon viaggio, buoni viaggi, cara.
Sunday, August 26, 2007
Eppure credevo di essere abituata a combattere da sola. Da sola ho preso tante decisioni, ed è solo con me stessa e con i fantasmi delle mie paure che posso prendermela se poi non è andata come speravo. Cos’è cambiato? Perché, improvvisamente, ora, tanto bisogno di conferme, perché tante assurde pretese, perchè tanto bisogno di qualcuno che mi tenga la manina? Coraggiosa non lo sono mai stata, lo so bene, ma adesso si esagera. È ora di tirar fuori la grinta, che ne dici, Polidora? Non sei stufa della tua amica lagnosissima?! Io, decisamente, sì!
Monday, August 20, 2007
Thursday, August 09, 2007
Come vento, come vento non ci fermiamo. Anche da fermi. Dolce è l'illusione, credere di essere rimasti fermi, tutto questo tempo fermi con i piedi ben piantati nella terra, noi che abbiamo le radici nella sabbia.
Questa acqua di mare non è la stessa, lo scoglio non è lo stesso, la strada non è la stessa, ed ogni tanto svolto ad un differente angolo.
La gioia di sentire una voce amica non è la stessa, prima mancava lo stupore, prima era tutto così maledettamente scontato (ogni giorno alle 8.30 si era tutti allo stesso banco).
Ora tutto è un impegno, anche voler bene a noi stessi, perché a volte dobbiamo anche ricordarcelo (non è così stupido, pensandoci?). Io voglio sentire questi tasti spegnersi con me sotto le dita, accompagnarmi nel sonno che sta per arrivare. Da tanto non scrivevo così, un post di quelli che tanti crederebbero inutili, in effetti lo è. Elogio dell'inutilità, mentre ascolto Belle&Sebastian, mentre penso a tante persone ed effettivamente non ho il coraggio di lamentarmi. Per tutto quello che ho, per tutto quello di cui devo solo ringraziare. Perché di mio c'è poco, è tutto l'Amore che mi viene incontro, ed io non posso che dire "grazie". Per prima alla mia Dori che per prima leggerà...
Questa acqua di mare non è la stessa, lo scoglio non è lo stesso, la strada non è la stessa, ed ogni tanto svolto ad un differente angolo.
La gioia di sentire una voce amica non è la stessa, prima mancava lo stupore, prima era tutto così maledettamente scontato (ogni giorno alle 8.30 si era tutti allo stesso banco).
Ora tutto è un impegno, anche voler bene a noi stessi, perché a volte dobbiamo anche ricordarcelo (non è così stupido, pensandoci?). Io voglio sentire questi tasti spegnersi con me sotto le dita, accompagnarmi nel sonno che sta per arrivare. Da tanto non scrivevo così, un post di quelli che tanti crederebbero inutili, in effetti lo è. Elogio dell'inutilità, mentre ascolto Belle&Sebastian, mentre penso a tante persone ed effettivamente non ho il coraggio di lamentarmi. Per tutto quello che ho, per tutto quello di cui devo solo ringraziare. Perché di mio c'è poco, è tutto l'Amore che mi viene incontro, ed io non posso che dire "grazie". Per prima alla mia Dori che per prima leggerà...
Friday, July 13, 2007
E' luglio, e per il secondo anno di fila questo è un periodo decisamente no.
Mi ci impegno, cerco di farmi scivolare tutto addosso, e in realtà ci riesco abbastanza bene. Ma tutto, in fondo, lascia segni. Accumulo tossine.
Le solite delusioni, la solita G. che chiama per dire "quanto tempo che non ci si vede.. potremmo fare una cena da me in settimana.. sì sì assolutamente.. ti chiamo domani e ci mettiamo d'accordo", e poi naturalmente scompare. Niente di nuovo, certo, ma che noia.
Il solito egoismo generalizzato. Il solito pensare prima a se stessi, poi a se stessi, e infine a se stessi.
L'ansia per i colloqui... anche perchè (ma non diciamolo troppo forte) stavolta sembrerebbe che qualcosa potrebbe finalmente concretizzarsi, e nel giro di qualche giorno, o di qualche settimana al più, si potrebbe decidere qualcosa.
Il mio solito modo di farmi prendere dalla paura, ogni volta che qualcosa esce dal tracciato a cui sono abituata. La voglia, contemporaneamente, di mettere tutto sottosopra, di stravolgere tutto e ripartire da zero.
I pensieri, che vanno al passato, a quello che ancora una volta non ho, che mi è sfuggito e di cui non ho capito nulla.
Le lacrime mattutine, per un mondo che mi vedo scivolare dalle mani, per le cose che finora hanno veramente contato nella mia vita, e avrei voluto non cambiassero. Ma sono cambiate, e l'unica cosa che posso fare è farmi forza, proprio quando vorrei solo abbandonarmi alla tristezza e smettere di combattere, perchè forza proprio non ne ho.
Mi ci impegno, cerco di farmi scivolare tutto addosso, e in realtà ci riesco abbastanza bene. Ma tutto, in fondo, lascia segni. Accumulo tossine.
Le solite delusioni, la solita G. che chiama per dire "quanto tempo che non ci si vede.. potremmo fare una cena da me in settimana.. sì sì assolutamente.. ti chiamo domani e ci mettiamo d'accordo", e poi naturalmente scompare. Niente di nuovo, certo, ma che noia.
Il solito egoismo generalizzato. Il solito pensare prima a se stessi, poi a se stessi, e infine a se stessi.
L'ansia per i colloqui... anche perchè (ma non diciamolo troppo forte) stavolta sembrerebbe che qualcosa potrebbe finalmente concretizzarsi, e nel giro di qualche giorno, o di qualche settimana al più, si potrebbe decidere qualcosa.
Il mio solito modo di farmi prendere dalla paura, ogni volta che qualcosa esce dal tracciato a cui sono abituata. La voglia, contemporaneamente, di mettere tutto sottosopra, di stravolgere tutto e ripartire da zero.
I pensieri, che vanno al passato, a quello che ancora una volta non ho, che mi è sfuggito e di cui non ho capito nulla.
Le lacrime mattutine, per un mondo che mi vedo scivolare dalle mani, per le cose che finora hanno veramente contato nella mia vita, e avrei voluto non cambiassero. Ma sono cambiate, e l'unica cosa che posso fare è farmi forza, proprio quando vorrei solo abbandonarmi alla tristezza e smettere di combattere, perchè forza proprio non ne ho.
Saturday, July 07, 2007
La paura, pensandoci bene, ci accompagna sin da quando siamo bambini. Senza paura non si andrebbe avanti, ci si adagerebbe su delle scelte sicure, sulle solite scelte, probabilmente. Allora sono nella norma, oggi che mi sono svegliata con un'angoscia insolita. Devo lasciare una città che in fondo mi è cara e in cui vive lui, insieme ad altre persone che mi mancheranno, che fanno oggi parte della mia quotidianità So già che qualcuno lo perderò,perché è difficile essere vicini a distanza, non è possibile con tutti... chissà chi avrà la pazienza e la gioia di aspettarmi... Questo non è un sole al tramonto al tramonto, è un sole nascente... me ne parlò uno sconosciuto in treno, anni e anni fa. E quello sconosciuto chissà dov'è, senza saperlo ha lasciato una traccia ben profonda nei miei giorni... Benvenuta paura, lasciati vivere e superare.
Monday, July 02, 2007
Non ci sto capendo più niente.
Diventa complicato anche solo capire cos’è definitivamente passato, cosa lascia tracce nel presente e cosa mi porterò dietro nel futuro.
Dal passato provengono delle persone, importanti ognuna in un modo tutto particolare. Di una parlo spesso, è un trauma e una scossa incontrarlo ogni volta, lui così vivo, attivo, lui incapace di adagiarsi e accettare senza discutere. Mi fa incavolare, ma ha ragione, non si fida nemmeno di me, e fa bene, soprattutto quando me ne vado alla scoperta di strade nuove. E poi Lorenzo, che affiora non si sa da dove e perché, senza dire cosa c’è stato, in tutti questi mesi, anni anzi, e che ancora mi imbarazza tanto. E mi fa sentire in colpa, anche se lo so che non dovrei. Come se mi potessi sentire in colpa per il carattere che ho, per le convinzioni più profonde, per gli enormi difetti che mi porto dietro e che fanno di me ciò che sono. Impossibile pretendere di cambiare, di rinunciare alla mia cocciutaggine, solo perché sarebbe facile, semplice, bello (almeno all’apparenza), perché mi porterebbe un po’ di serenità, momentanea e poi, in fondo, falsa.
Nel presente ci sono invece incontri casuali, ed è presto per capirci qualcosa. E non me ne importa così tanto, di avere un quadro completo e finito, così presto. Mi basta il fatto che mi aiutano, inconsapevolmente, a combattere il torpore. Adoro incontrare persone nuove. Spero poi sempre di incontrarle ancora, e tante tante volte ci si perde di vista troppo in fretta. Ma ora più che mai ho bisogno di persone e ancora persone accanto. Veloci, svelte a sostituire tutte quelle che mi deludono, che sembrano non vedere l’ora di dirmi addio.
Lo faccio anche con i libri, ormai… ne inizio un sacco, alla ricerca di qualcosa di nuovo, di fresco, di qualcosa che parli a me e direttamente a me. E a volte non basta nemmeno questo, per farmi affezionare… spero di non stare esagerando. Cerco, come sempre, un improbabile equilibrio.
Diventa complicato anche solo capire cos’è definitivamente passato, cosa lascia tracce nel presente e cosa mi porterò dietro nel futuro.
Dal passato provengono delle persone, importanti ognuna in un modo tutto particolare. Di una parlo spesso, è un trauma e una scossa incontrarlo ogni volta, lui così vivo, attivo, lui incapace di adagiarsi e accettare senza discutere. Mi fa incavolare, ma ha ragione, non si fida nemmeno di me, e fa bene, soprattutto quando me ne vado alla scoperta di strade nuove. E poi Lorenzo, che affiora non si sa da dove e perché, senza dire cosa c’è stato, in tutti questi mesi, anni anzi, e che ancora mi imbarazza tanto. E mi fa sentire in colpa, anche se lo so che non dovrei. Come se mi potessi sentire in colpa per il carattere che ho, per le convinzioni più profonde, per gli enormi difetti che mi porto dietro e che fanno di me ciò che sono. Impossibile pretendere di cambiare, di rinunciare alla mia cocciutaggine, solo perché sarebbe facile, semplice, bello (almeno all’apparenza), perché mi porterebbe un po’ di serenità, momentanea e poi, in fondo, falsa.
Nel presente ci sono invece incontri casuali, ed è presto per capirci qualcosa. E non me ne importa così tanto, di avere un quadro completo e finito, così presto. Mi basta il fatto che mi aiutano, inconsapevolmente, a combattere il torpore. Adoro incontrare persone nuove. Spero poi sempre di incontrarle ancora, e tante tante volte ci si perde di vista troppo in fretta. Ma ora più che mai ho bisogno di persone e ancora persone accanto. Veloci, svelte a sostituire tutte quelle che mi deludono, che sembrano non vedere l’ora di dirmi addio.
Lo faccio anche con i libri, ormai… ne inizio un sacco, alla ricerca di qualcosa di nuovo, di fresco, di qualcosa che parli a me e direttamente a me. E a volte non basta nemmeno questo, per farmi affezionare… spero di non stare esagerando. Cerco, come sempre, un improbabile equilibrio.
Friday, June 29, 2007
Ogni tanto sussurrava qualcosa, tra sé e sé, e ondeggiava anche un po’ avanti e indietro, come su un immaginario dondolo, tutta presa da chissà quali pensieri. Era il segno che era da qualche parte, lontano, molto lontano, in compagnia di chissà chi, mentre noi intorno eravamo presi da qualche discorso, qualche insulsaggine che spesso lei non riusciva a sentire, e che quasi sempre aveva per protagonista incontrastata proprio lei……. Sono anni e anni che mi racconta aneddoti, o che si trova al centro di aneddoti raccontati da altre persone. A partire, forse, da quello di quando era venuta a milano in treno e mio zio era alla stazione e non la trovava. O quello del caffè.
Non importa ora.
Spero solo di arrivare presto a casa.
Intanto, devo aspettare le 3 e mezza, e cercare di darmi un contegno.
Non sono cose da post, lo so, ma l'attesa è lunga, e vorrei tanto essere accanto a quella donna quasi trasparente,
Scrivevo queste cose, qualche giorno fa. Ora va meglio, sono di nuovo tra le formichine milanesi, prendo tram e corro qua e là... E scopro con sorpresa dove portano le strade e la metro, e la gentilezza inaspettata di alcuni tranvieri. Ma temo il tempo libero del week end, le inevitabili riflessioni sulle grandi scelte, sulle distanze e su quello che veramente conta. Mi spaventa sentire con certezza che queste domande torneranno, a intervalli più o meno regolari, senza nemmeno la speranza di trovare la risposta giusta. Eppure, si continua ad andare avanti... sveglia, caffè e si riparte.
Non importa ora.
Spero solo di arrivare presto a casa.
Intanto, devo aspettare le 3 e mezza, e cercare di darmi un contegno.
Non sono cose da post, lo so, ma l'attesa è lunga, e vorrei tanto essere accanto a quella donna quasi trasparente,
Scrivevo queste cose, qualche giorno fa. Ora va meglio, sono di nuovo tra le formichine milanesi, prendo tram e corro qua e là... E scopro con sorpresa dove portano le strade e la metro, e la gentilezza inaspettata di alcuni tranvieri. Ma temo il tempo libero del week end, le inevitabili riflessioni sulle grandi scelte, sulle distanze e su quello che veramente conta. Mi spaventa sentire con certezza che queste domande torneranno, a intervalli più o meno regolari, senza nemmeno la speranza di trovare la risposta giusta. Eppure, si continua ad andare avanti... sveglia, caffè e si riparte.
Monday, June 18, 2007
Questa è una di quelle sere in cui sembra tutto estremamente chiaro. Sarà l’effetto della birra, saranno state le chiacchiere, la passeggiata o l’atmosfera da addio… fatto sta che ora lo capisco chiaramente; devo stare lontana dal bradipo, il più possibile. Se mai dovesse avere un qualche impatto su di me, non potrà che essere negativo: può farmi male, male sul serio.
Forse è solo un falso allarme, dopotutto l’avvicinamento è stato solo indiretto… eppure, ho una sensazione che non mi piace neanche un po’.
p.s.: Era la Ragione, a parlare. Quando (e se) darò retta al Sentimento, la musica cambierà… Eppure sarebbe bello metterli d’accordo.
Forse è solo un falso allarme, dopotutto l’avvicinamento è stato solo indiretto… eppure, ho una sensazione che non mi piace neanche un po’.
p.s.: Era la Ragione, a parlare. Quando (e se) darò retta al Sentimento, la musica cambierà… Eppure sarebbe bello metterli d’accordo.
Saturday, June 16, 2007
Come sempre,
son sicuro, crescerai
come sempre
al mio fianco resterai
un istante
una vita in scatola
come sempre
una foto parlerà
chiudendo gli occhi
scivoli via
da me
chiudendo gli occhi
scivoli via
da me
come sempre
ti assicuro capirò
come sempre
oggi mi accontenterò
chiudendo gli occhi
scivoli via da me
chiudendo gli occhi
scivoli viada me
scivoli via
da me
se chiudo gli occhi
scivoli via
da me
da me
Negramaro
Non impazzisco per questa canzone, ma ieri sera l'ascoltavo e dicevo "ecco".
Non so che cosa fare, anche questa volta non so quanto tempo ci vorrà, e in verità le parole che mi risuonano in testa sono quelle già postate di Ancora un volta. Sarebbe un gioco divertente, postare questa poesia ogni volta, vedere a quale numero arrivo... la bellezza di questi versi in parte ripaga, ma solo in parte. Ed io ancora non riesco a rassegnarmi del tutto...
Tuesday, June 12, 2007
Sunday, June 03, 2007
Dubito che dei taralli possano bastare a tirarmi su...
Ho passato ieri sera e gran parte di oggi a casa di G., e non riesco a capirne il perchè. Cioè, i miei perchè li conosco (mi aveva invitata, non la vedevo da tantissimo, da mesi non facevamo una chiacchierata a tu per tu, e poi non è che avessi questi grandi progetti), sono le sue motivazioni che non ho afferrato. Voleva sapere cosa so di altre situazioni e problemi? Si sentiva sola e voleva riempire una serata? Aveva bisogno di qualcuno (chiunque) che ascoltasse? Certo, di sicuro non aveva nessuna voglia di stare a sentire me. Più che evidente. Così ho taciuto. Se è questo che volete...
Che voglia di cambiare aria........ che voglia di persone un po' meno false, un po' meno avide, un po' meno competitive...
Qualche consiglio cicci?
Monday, May 21, 2007
Non ho molto da dire, in questa sera in cui c'è da ripensare tutto. Sono tornata indietro di un anno quasi, il 5 giugno di un anno fa avevo detto "basta". Eccoci, a piangere tutti e due come due bambini, a ferirci, per chiederci subito scusa, a voler l'uno fermare il pianto dell'altro... A rassicuraci, mille volte, di un reciproco affetto. Ma mi chiedo quanto questo nostro dirci il nostro amore non sia un continuo ricatto, un reciproco dirci: "Non voglio che tu vada avanti, non senza di me". Sono sfiancata, dai discorsi l'uno davanti all'altro, dalle telefonate fino alla salvezza della batteria scarica... Ad ogni suo "sei bella", mi sento sprofondare nella solitudine... Stavo bene questa mattina, ho riso tanto, perché ho visto lui, che mi fa ridere tanto... Poi invece, inaspettato, il passato. Ed io non so che cosa dirmi, non so che cosa augurarmi, non so che cosa voglio... e so di non avere altra scelta: vivere questo momento di pena, rimetterlo ad un lato. Andare avanti.
"Ovunque proteggi, la grazia del mio cuore..."
p.s. Oggi il sole è entrato nel mio segno, maledetti oroscopi, avevano detto tutt'altro...
Monday, May 14, 2007
Faccio finta di essere impegnata solo per poter scrivere su un foglio che esco alle 2 e mezza... no comment.
Lunedì prox è una data importante e sono spaventata...
Se va male non saprò più cosa fare (o forse non so accettare cosa so che dovrò fare.. contorto?), se va bene invece... bè, sarebbe più semplice, meno doloroso, ma cmq un gran caos. Se va bene vado in vacanza presto... Se va bene, soprattutto, so cosa farò l'anno prossimo, e forse anche qualche anno dopo.
Ma se va bene.. sarà stata una scelta giusta? Non sto sbagliando tutto, buttando via delle cose, sottovalutando altre....?
Vorrei qualcuno accanto, che condividesse le mie responsabilità. Forse crescere vuol dire prendere decisioni, e stare a vedere che succede (senza neanche la possibilità di dare la colpa ai soliti bistrattati genitori), però mi viene da pensare che se non fossi sola sarebbe un po' meno difficile.. forse.
E allora è automatico incavolarsi... per tutti i bradipi di questo mondo, e poi non so neanche io perchè.
Thursday, May 10, 2007
Così, le parti sono invertite: stavolta io me ne rimango qua, a immaginare un paese straniero, luoghi e soprattutto persone nuove, in attesa di aneddoti e puntate avvincenti.
Su, non te la prendere, lo so che è presto e dovrei essere cauta con i festeggiamenti, prima di avere l'ultima certezza... ma proprio non ci riesco, e già mi sembra di aver aspettato troppo!!
Ciccina, me lo sento, ne sono sicura, sarà un anno indimenticabile!!
Su, non te la prendere, lo so che è presto e dovrei essere cauta con i festeggiamenti, prima di avere l'ultima certezza... ma proprio non ci riesco, e già mi sembra di aver aspettato troppo!!
Ciccina, me lo sento, ne sono sicura, sarà un anno indimenticabile!!
Saturday, April 28, 2007
Mi sento solo
solo
come quei balconi
con le tapparelle abbassate
abbandonati
dove la pioggia cade
la sabbia si posa
si posa la polvere
e che se avessero voce
li sentiresti
invocare gli uccelli
se avessero mani li vedresti
disegnarsi gerani e azalee
aspetto come loro
qualcuno che mi riapra:
pavimento da calpestare
veicolo di luce
altro
non so immaginare
Gianmaria Testa
Wednesday, April 18, 2007
Sono stufa di dover essere io a inventare mille giustificazioni, per il comportamento altrui, anche quando scuse non ce ne sono. Stufa di doverne sentire, di giustificazioni, quando non ce ne sarebbe bisogno, ma, si sa, la coda è di paglia… Sembra che nessuno voglia fare quello che fa, ma poi forze oscure e potenti cambiano il corso delle cose.
Forse allora non è sempre colpa mia…
Forse allora non è sempre colpa mia…
Saturday, April 14, 2007
Questi sono solo alcuni dei fiori di mamma…. Sono incredibili, crescono velocissimi (noto un cosino di un centimetro che sbuca dalla terra… 2 giorni dopo è uno stelo, e il terzo giorno c’è attaccato un fiore!), e non capisco perché. Sarà che lei ha il pollice verde, ma non può essere solo questo…. forse è il sole salentino che ci mette lo zampino, o è quello milanese che fa solo finta, perché i miei hanno un ritmo molto molto diverso.
Io faccio all’opposto… qui in letargo, lì corro e corro, e adoro correre, in mezzo alla gente. Martedì si ricomincia, con il 3 tutte le mattine (niente più adorata/o? 59, quanto mi mancherà), e mi impongo di esserne contenta. Ho un po’ di paure varie, ma stavolta si deve partire con il piede e l’umore giusto. E magari chissà, la smetterò di pensare ai fantasmi dell’adolescenza e a quelli nascosti nel futuro.
Io faccio all’opposto… qui in letargo, lì corro e corro, e adoro correre, in mezzo alla gente. Martedì si ricomincia, con il 3 tutte le mattine (niente più adorata/o? 59, quanto mi mancherà), e mi impongo di esserne contenta. Ho un po’ di paure varie, ma stavolta si deve partire con il piede e l’umore giusto. E magari chissà, la smetterò di pensare ai fantasmi dell’adolescenza e a quelli nascosti nel futuro.
Friday, April 06, 2007
Il dado è tratto...
... e ora non nascondiamo la mano...
Anzi facciamo le epiche, perché certe scelte nella vita possono essere epocali (come ben sa chi prima di me è partito).
In fondo è solo una domanda per l'Erasmus, ma (chi l'avrebbe detto?) ora è sulla scrivania di qualcuno, con delle improbabili motivazioni...
Ah, mi chiamerete Polidorà...
Paaaaarrrriiisssss!!!!!
Saturday, March 31, 2007
All’improvviso, tornano le lacrime. Piango spesso, è uno dei miei modi preferiti (purtroppo) di esprimere emozioni, ma stavolta sono un sintomo, e non capisco di cosa. Stamattina è bastata una canzone, mentre mi rendevo conto che non riuscivo a ricordare cosa è successo, mesi fa, in un tratto di strada, cosa ci siamo detti. Ieri sera… non lo so perché.
Che cavolo succede?
Thursday, March 22, 2007
Sembra che sia arrivato nella mia vita per fare le cose che vorrei/dovrei fare con te. Stasera si era deciso per un film, e sembrava anche carino, ma al contro invito non ho potuto dire di no, anche perchè si tratta di Bresson, e la mostra finisce il 25. Impossibile perderla.
Questa è la parte migliore, l'attesa, la suspence. Tutto ciò che posso immaginare, comunque vada, non sarà nulla in confronto alla realtà. Magari ci faccio un'enorme figuraccia... oppure un suo amico si rivela essere qualcuno che conosco e odio... magari... boh!! Posso solo starmene qua, con qualche farfalla allo stomaco (poche, ancora timide per ora) a cercare di pensare ad altro, in un pomeriggio di sole milanese.
Questa è la parte migliore, l'attesa, la suspence. Tutto ciò che posso immaginare, comunque vada, non sarà nulla in confronto alla realtà. Magari ci faccio un'enorme figuraccia... oppure un suo amico si rivela essere qualcuno che conosco e odio... magari... boh!! Posso solo starmene qua, con qualche farfalla allo stomaco (poche, ancora timide per ora) a cercare di pensare ad altro, in un pomeriggio di sole milanese.
Saturday, March 17, 2007
Mia cara Dori, quanto avrei voluto dividere con te almeno parte della giornata di ieri, la paura, l'emozione, il nervosismo e poi la gioia e la confusione di quando tutto è finito...
Non vedo l'ora di sentire il tuo resoconto dettagliato e poi di riabbracciarti, anche se è un periodaccio (guarda un po' che novità). Ho bisogno di una chiaccherata con la mia cara dottoressa e spero che lei mi possa perdonare...
Ancora complimenti e ti chiamo presto (immaginavo ieri il casino...)
ti voglio tanto bene (e mi dispiace veramente tanto)...
Non vedo l'ora di sentire il tuo resoconto dettagliato e poi di riabbracciarti, anche se è un periodaccio (guarda un po' che novità). Ho bisogno di una chiaccherata con la mia cara dottoressa e spero che lei mi possa perdonare...
Ancora complimenti e ti chiamo presto (immaginavo ieri il casino...)
ti voglio tanto bene (e mi dispiace veramente tanto)...
Thursday, March 15, 2007
L'avevo capito, tempo fa, e poi dimenticato, quanto sia importante bastare a se stessi e contare sulle proprie forze. Eppure, quando ricevo una briciola di aiuto o di comprensione da qualcuno, ne sono sempre felicissima, come quando da bambina arrivava un dono insperato. (Forse c'è qualcosa dietro, certo, ma anche se ci fosse non me ne lamenterei troppo...)
manca poco ormai............. un po' d'ansia (gestibile, però), un po' di pensieri del tipo andare a ordinare la torta..... stampare la presentazione......... altri della serie speriamo che siano tutti di buon umore, i prof. e poi altri, ancora meno seri. sta finendo tutto, e quasi non me ne accorgo. è finita, in realtà, da qualche mesetto, la vita da studente, eppure solo tra poco più di 24 ore lo potrò dire ufficialmente. non sono neanche spaventata per il futuro, sono troppo occupata per esserlo. e in fondo non cambia niente.
Thursday, March 08, 2007
Non ho nessuna voglia di preparare sta cacchio di presentazione… faccio una slide alla volta, e con quanta fatica!! Eppure, dovrebbe essere la parte più semplice: so cosa scrivere, più o meno… devo solo scegliere cosa lasciar perdere e cosa approfondire.
È angoscia, ora, angoscia allo stato puro. La tesi, che non mi piace, proprio non mi piace come è venuta, e ogni volta che la riapro noto incongruenze, disattenzioni… La paura della discussione, e non solo. Paura del mio amato/odiato prof, e quanto mi sento scema perché sono incapace di comunicare con lui… se solo riuscissi a fargli tutte le domande che mi girano per la testa! Paura della controrelatrice… della commissione. Della figura birbina che farò con le persone che mi verranno a vedere (eppure, nonostante ciò, vorrei che ci fossero tutti). Sospetto che non mi potrà vedere quasi nessuno, perché sono tutti impegnati, ma ho tanto bisogno di avere intorno facce amiche (cara Polidora, tu? Ci sarai? Anche se non me lo merito…). Invece ci sarà, probabilmente, un gruppo antipatico di miei compagni… Una voce di corridoio sostiene che sarà venerdì pomeriggio (il momento peggiore, per tante cose)… ma va bene così, in fondo.
E poi inizio a contare i giorni passati dai vari invii di cv… inizio a eliminare mentalmente chi, sono sicura, purtroppo, non mi chiama più…
Cerco invano di non stare troppo attaccata al cellulare, aspettando chiamate o messaggi, da persone diverse e con scopi diversi, ma c’è solo un j. che mi assilla, che scrive senza un motivo.
Eppure, sembra assurdo lo so, fino a martedì sera andava tutto bene, ero felice e ottimista come non mi succedeva da tempo… rientrare nel corridoio del quarto piano sopra la biblioteca non mi ha fatto bene. Cacchio, ora che ci penso ci devo andare anche lunedì e martedì…. sarò insopportabile la settimana prossima!!
È angoscia, ora, angoscia allo stato puro. La tesi, che non mi piace, proprio non mi piace come è venuta, e ogni volta che la riapro noto incongruenze, disattenzioni… La paura della discussione, e non solo. Paura del mio amato/odiato prof, e quanto mi sento scema perché sono incapace di comunicare con lui… se solo riuscissi a fargli tutte le domande che mi girano per la testa! Paura della controrelatrice… della commissione. Della figura birbina che farò con le persone che mi verranno a vedere (eppure, nonostante ciò, vorrei che ci fossero tutti). Sospetto che non mi potrà vedere quasi nessuno, perché sono tutti impegnati, ma ho tanto bisogno di avere intorno facce amiche (cara Polidora, tu? Ci sarai? Anche se non me lo merito…). Invece ci sarà, probabilmente, un gruppo antipatico di miei compagni… Una voce di corridoio sostiene che sarà venerdì pomeriggio (il momento peggiore, per tante cose)… ma va bene così, in fondo.
E poi inizio a contare i giorni passati dai vari invii di cv… inizio a eliminare mentalmente chi, sono sicura, purtroppo, non mi chiama più…
Cerco invano di non stare troppo attaccata al cellulare, aspettando chiamate o messaggi, da persone diverse e con scopi diversi, ma c’è solo un j. che mi assilla, che scrive senza un motivo.
Eppure, sembra assurdo lo so, fino a martedì sera andava tutto bene, ero felice e ottimista come non mi succedeva da tempo… rientrare nel corridoio del quarto piano sopra la biblioteca non mi ha fatto bene. Cacchio, ora che ci penso ci devo andare anche lunedì e martedì…. sarò insopportabile la settimana prossima!!
Friday, March 02, 2007
Ci sono due tipi di amici.
Da una parte, ci sono quelli che a parole ti vogliono bene, ma poi non fanno altro che osservare ciò che fai e giudicare. E allora non ti stupisci nemmeno quando ti dicono “a volte fai delle cose… così stupide”, o “non ti riconosco più”. A volte semplicemente partono da “secondo me tu…” e da lì giudizi di tutti i tipi… “Sono mesi che fai questo, che provi quest’altro…” (ma chi ve l’ha detto? Non è per forza così semplice) Certo, è il loro modo di voler bene, si preoccupano e pensano di farlo per te, dicendoti cosa va e cosa non va nel tuo comportamento.
Poi ci sono gli altri amici, quelli che non giudicano, mai, che se pensano male non lo dicono, ma ti sono sempre accanto e qualunque cosa succeda cercano di trovare punti di contatto tra la loro storia e la tua, cercano di capire cosa provi e cosa sta succedendo. Anche loro ti dicono cosa ne pensano, alla fine, ma non ti senti soffocare, né ti offende quello che dicono, perché sai che non stanno pensando “io non sarei mai così stupida”.
Insomma, Polidora, se mi ringrazi ancora per le chiacchierate (anche quando ripetiamo un nome per la maggior parte del tempo! hihi) al telefono, mi offendo! Sono io che ringrazio te… come farò quando non avrò più il telefono??
Da una parte, ci sono quelli che a parole ti vogliono bene, ma poi non fanno altro che osservare ciò che fai e giudicare. E allora non ti stupisci nemmeno quando ti dicono “a volte fai delle cose… così stupide”, o “non ti riconosco più”. A volte semplicemente partono da “secondo me tu…” e da lì giudizi di tutti i tipi… “Sono mesi che fai questo, che provi quest’altro…” (ma chi ve l’ha detto? Non è per forza così semplice) Certo, è il loro modo di voler bene, si preoccupano e pensano di farlo per te, dicendoti cosa va e cosa non va nel tuo comportamento.
Poi ci sono gli altri amici, quelli che non giudicano, mai, che se pensano male non lo dicono, ma ti sono sempre accanto e qualunque cosa succeda cercano di trovare punti di contatto tra la loro storia e la tua, cercano di capire cosa provi e cosa sta succedendo. Anche loro ti dicono cosa ne pensano, alla fine, ma non ti senti soffocare, né ti offende quello che dicono, perché sai che non stanno pensando “io non sarei mai così stupida”.
Insomma, Polidora, se mi ringrazi ancora per le chiacchierate (anche quando ripetiamo un nome per la maggior parte del tempo! hihi) al telefono, mi offendo! Sono io che ringrazio te… come farò quando non avrò più il telefono??
Sunday, February 25, 2007
Ci sono periodi in cui sembra non succedere nulla, per mesi e mesi. Spesso non è vero, in realtà dietro la calma apparente si preparano i cambiamenti futuri. Poi arrivano i cambiamenti, tutti insieme, e vorrei rallentare un po’.
Succede tutto insieme… tanto per cominciare, la mia adorata Polidora si laurea (di martedì!!) 6 giorni prima della scadenza per la consegna della mia tesi. Incredibile, vero? Posso solo accontentarmi dei racconti, ingigantirli un po’ perché lo so che Polidora è tanto modesta, e magari non sono tanto lontana dalla realtà… Posso solo farle gli auguri, complimentarmi con lei, ma da lontano, senza neanche un abbraccio!
Poi arriva l’ultimo giorno di stage… proprio 4 giorni prima del fantomatico giorno di consegna. E così devo decidere, subito, pesando pro e contro, ripensando a mesi e mesi di lavoro, ma vorrei essere libera di pensare solo alla Polonia e alla produttività... o al massimo agli indici e sommari di word. Sono ancora convinta di ciò che ho scelto di fare, quasi sono orgogliosa di me… non pensavo di avere tanto coraggio! Però… quanta paura ora… e chi l’ha detto che bisogna essere coraggiosi?
E proprio quel giorno ricompare “èquasimagia”! Nel modo più assurdo, inaspettato.
Subito dopo, il messaggio dell’ex collega, che pare capace di leggermi dentro… ma so che non è così, che ancora una volta sto attribuendo significati a ciò che non ne ha.
2 giorni dopo, mancava solo lui: chesstuppido dopo mesi di silenzio.
Molte cose sono cambiate, nel giro di una settimana. Adesso ho messo il punto, e vado a capo, anche se portandomi dietro tante cose. Quelle più ingombranti le ho lasciate indietro, però.
Succede tutto insieme… tanto per cominciare, la mia adorata Polidora si laurea (di martedì!!) 6 giorni prima della scadenza per la consegna della mia tesi. Incredibile, vero? Posso solo accontentarmi dei racconti, ingigantirli un po’ perché lo so che Polidora è tanto modesta, e magari non sono tanto lontana dalla realtà… Posso solo farle gli auguri, complimentarmi con lei, ma da lontano, senza neanche un abbraccio!
Poi arriva l’ultimo giorno di stage… proprio 4 giorni prima del fantomatico giorno di consegna. E così devo decidere, subito, pesando pro e contro, ripensando a mesi e mesi di lavoro, ma vorrei essere libera di pensare solo alla Polonia e alla produttività... o al massimo agli indici e sommari di word. Sono ancora convinta di ciò che ho scelto di fare, quasi sono orgogliosa di me… non pensavo di avere tanto coraggio! Però… quanta paura ora… e chi l’ha detto che bisogna essere coraggiosi?
E proprio quel giorno ricompare “èquasimagia”! Nel modo più assurdo, inaspettato.
Subito dopo, il messaggio dell’ex collega, che pare capace di leggermi dentro… ma so che non è così, che ancora una volta sto attribuendo significati a ciò che non ne ha.
2 giorni dopo, mancava solo lui: chesstuppido dopo mesi di silenzio.
Molte cose sono cambiate, nel giro di una settimana. Adesso ho messo il punto, e vado a capo, anche se portandomi dietro tante cose. Quelle più ingombranti le ho lasciate indietro, però.
Saturday, February 17, 2007
Tesi per la tesi?
Coraggio, Dori, ti faccio compagnia in questo tuo ultimo sforzo verso il traguardo... e voglio riempire queste tue ore di colore, per dirti (e farti sentire veramente), che andrà tutto bene, che hai fatto sicuramente un buon lavoro e che... beh, aspetto anche i tuoi festeggiamenti (e spero tanto di esserci, anzi, ci sarò!).
Non ti preoccupare per le scelte di questi giorni. Quello che senti, che hai sentito sin dall'inizio, non lo sottovalutare mai.
E se oggi sei stanca, e se pensi di avere poco tempo... pensa a come sarai libera, quando fra poco girerai per le vie di Milano (piene di dog-sitter e di magia), e avrai davanti tante piccole stradine tra le quali scegliere. E tu con le tue scarpettine (magari rosse) batterai i tacchetti e ti ritroverai nel mondo che vorrai... E se nessun posto è come casa, è anche vero che la casa, quella che più amiamo, ce la portiamo sempre dentro in ogni luogo (chissà, anche in India). Tu, per esempio, sei sempre nella mia casa, in ogni momento in cui stanca vorrai sederti su una poltrona ferma per riposare...
e se questo post ti sembra troppo ottimista, ti dico che non è nulla in confronto alla vita che ti attende, dietro l'angolo.
Coraggio, Dori, ti faccio compagnia in questo tuo ultimo sforzo verso il traguardo... e voglio riempire queste tue ore di colore, per dirti (e farti sentire veramente), che andrà tutto bene, che hai fatto sicuramente un buon lavoro e che... beh, aspetto anche i tuoi festeggiamenti (e spero tanto di esserci, anzi, ci sarò!).
Non ti preoccupare per le scelte di questi giorni. Quello che senti, che hai sentito sin dall'inizio, non lo sottovalutare mai.
E se oggi sei stanca, e se pensi di avere poco tempo... pensa a come sarai libera, quando fra poco girerai per le vie di Milano (piene di dog-sitter e di magia), e avrai davanti tante piccole stradine tra le quali scegliere. E tu con le tue scarpettine (magari rosse) batterai i tacchetti e ti ritroverai nel mondo che vorrai... E se nessun posto è come casa, è anche vero che la casa, quella che più amiamo, ce la portiamo sempre dentro in ogni luogo (chissà, anche in India). Tu, per esempio, sei sempre nella mia casa, in ogni momento in cui stanca vorrai sederti su una poltrona ferma per riposare...
e se questo post ti sembra troppo ottimista, ti dico che non è nulla in confronto alla vita che ti attende, dietro l'angolo.
Friday, February 16, 2007
Friday, February 09, 2007
Polidora for President!
Eh, sì...in un attimo di delirio avrei detto anche questo...
L’euforia. Quando in una sola giornata sembra che le cose possano svoltare, andare bene.
Le “cose”... in realtà, quando lui sembra guardarti in un modo diverso dal resto delle persone presenti in quel corridoio e, come te, in attesa...e allora tutte le “cose” sembrano andare bene perché c’è lui che ti sorride, che ti parla, che ti porta a bere un caffé. Tutto il resto passa in secondo piano e mi sorprendo a cantare per strada e a ridermi dentro, come da secoli... come ai tempi d’oro (che Dori conosce così bene in tante notturne salutari telefonate “brevissime”, mentre la lavatrice fa il suo lavoro). Poi mi dico che è stupido, che non è una persona che può farmi questo effetto. Poi mi dico che è questo il bello, che una persona, ma non una qualsiasi, quella, possa farmi questo effetto e lasciar tutto il resto in secondo piano. Fino a qualche giorno fa ero sicura che non mi sarebbe più successo, che mi sarei “accontentata”, che certe sensazioni, ormai, non le avrei provate più per nessuno e rimpiangevo il non aver ammesso a me stessa di essere stata innamorata, andando avanti con un legame che mi lasciava insoddisfatta...
Oggi non so come sto, forse sono ritornata spenta, ma chi mi ha visto in quel giorno mi ha scritto che avevo della luce negli occhi, ed io ci credo, perché mi sentivo risplendere dentro e vorrei essere capace di conservare quella luce il più a lungo possibile...
Ricercatrice di luce, potrebbe essere la mia nuova professione... (no, Dori, non ridacchiare, non volevo dire “lucciola”, per quanto possa essere più remunerativo).
Sì, lo sento, sono sempre io. So essere ancora demenziale, posso ridere, posso scrivere un post. Posso andare avanti, posso fare una telefonata parlando di niente od urlando un nome. La ruota continua a girare, senza la Zanicchi e non so ancora quale sia il prezzo giusto.
com'è dolce il vecchio Bob quando canta
"... But it's not that way,
I wasn't born to lose you.
I want you, I want you,
I want you so bad,
Honey, I want you..."
Bob Dylan
Eh, sì...in un attimo di delirio avrei detto anche questo...
L’euforia. Quando in una sola giornata sembra che le cose possano svoltare, andare bene.
Le “cose”... in realtà, quando lui sembra guardarti in un modo diverso dal resto delle persone presenti in quel corridoio e, come te, in attesa...e allora tutte le “cose” sembrano andare bene perché c’è lui che ti sorride, che ti parla, che ti porta a bere un caffé. Tutto il resto passa in secondo piano e mi sorprendo a cantare per strada e a ridermi dentro, come da secoli... come ai tempi d’oro (che Dori conosce così bene in tante notturne salutari telefonate “brevissime”, mentre la lavatrice fa il suo lavoro). Poi mi dico che è stupido, che non è una persona che può farmi questo effetto. Poi mi dico che è questo il bello, che una persona, ma non una qualsiasi, quella, possa farmi questo effetto e lasciar tutto il resto in secondo piano. Fino a qualche giorno fa ero sicura che non mi sarebbe più successo, che mi sarei “accontentata”, che certe sensazioni, ormai, non le avrei provate più per nessuno e rimpiangevo il non aver ammesso a me stessa di essere stata innamorata, andando avanti con un legame che mi lasciava insoddisfatta...
Oggi non so come sto, forse sono ritornata spenta, ma chi mi ha visto in quel giorno mi ha scritto che avevo della luce negli occhi, ed io ci credo, perché mi sentivo risplendere dentro e vorrei essere capace di conservare quella luce il più a lungo possibile...
Ricercatrice di luce, potrebbe essere la mia nuova professione... (no, Dori, non ridacchiare, non volevo dire “lucciola”, per quanto possa essere più remunerativo).
Sì, lo sento, sono sempre io. So essere ancora demenziale, posso ridere, posso scrivere un post. Posso andare avanti, posso fare una telefonata parlando di niente od urlando un nome. La ruota continua a girare, senza la Zanicchi e non so ancora quale sia il prezzo giusto.
com'è dolce il vecchio Bob quando canta
"... But it's not that way,
I wasn't born to lose you.
I want you, I want you,
I want you so bad,
Honey, I want you..."
Bob Dylan
Monday, January 29, 2007
Ciccina.. scusami se ti scrivo anche se non c'è nessuna nuova puntata, ma sento il bisogno di un contatto con te.
Probabilmente è soprattutto pigrizia, la mia, perchè so che mi sei vicina, e mi viene spontaneo rivolgermi a te, invece di mettermi in gioco, di cercare un contatto con le persone che sento lontane. Tante persone vorrei sentirle più vicine, in questi giorni, e la colpa è mia almeno quanto loro, ma non ne ho voglia, di impegnarmi.
Mi dicono che sono chiusa. Non una grossa novità, vero? Eppure è un fulmine a ciel sereno, perchè stavolta me lo ripetono proprio quelli che ritenevo più vicini. Pensavo di aver capito che tutto il mio silenzio e la mia chiusura fossero destinati a scomparire, una volta conosciute meglio le persone. Pensavo di esaurirle di parole, di travolgerle con il mio nulla una volta che hanno conquistato la mia fiducia (ripensandoci, è stata alessandra a darmi questa convinzione.. quando mai l'ho ascoltata?). E ora, la mia adorata coinquilina che mi dice che le sto parlando poco del Lui del momento (cicci, qui ci vuole il tuo intervento: un soprannome ti prego!), ma io ci sto invece pensando tantissimo... Durante le vacanze, mio fratello che mi racconta una conversazione con i suoi amici, e saltano fuori parole su di me che mi fanno malissimo. Persino Lui, non certo la persona più vicina a me è vero, che mi dice: "tu non parli..", anche se stava cercando di ribadire la distanza, lo so.
Allora, non è cambiato nulla. Sono logorroica solo con te, a quanto pare (contenta? hihi).
In tutto ciò, una frase mi viene detta: "se hai bisogno d'aiuto, chiedilo. tutte queste persone.. se tu chiedessi loro aiuto, sarebbero pronte a dartelo". Già... allora, cicci, inizio con te perchè è più facile, e perchè già mi aiuti. Ho bisogno d'aiuto, nell'affrontare la lontananza da casa (che spavento, ieri. Non è successo nulla ma.. e se fosse successo? Ok basta con i se.. non sono woody allen dopotutto), nell'affrontare questo periodo di nervosismo da tesi, e il lavoro.. tutte le cose che mi fanno sentire un fallimento.
Cicci.. non è mia intenzione spaventarti, non sono sull'orlo di un suicidio o chissà che. E' solo che voglio avere il coraggio, almeno, di chiamare le cose con il loro nome e di ammettere se sono giù.
Un abbraccio.
Probabilmente è soprattutto pigrizia, la mia, perchè so che mi sei vicina, e mi viene spontaneo rivolgermi a te, invece di mettermi in gioco, di cercare un contatto con le persone che sento lontane. Tante persone vorrei sentirle più vicine, in questi giorni, e la colpa è mia almeno quanto loro, ma non ne ho voglia, di impegnarmi.
Mi dicono che sono chiusa. Non una grossa novità, vero? Eppure è un fulmine a ciel sereno, perchè stavolta me lo ripetono proprio quelli che ritenevo più vicini. Pensavo di aver capito che tutto il mio silenzio e la mia chiusura fossero destinati a scomparire, una volta conosciute meglio le persone. Pensavo di esaurirle di parole, di travolgerle con il mio nulla una volta che hanno conquistato la mia fiducia (ripensandoci, è stata alessandra a darmi questa convinzione.. quando mai l'ho ascoltata?). E ora, la mia adorata coinquilina che mi dice che le sto parlando poco del Lui del momento (cicci, qui ci vuole il tuo intervento: un soprannome ti prego!), ma io ci sto invece pensando tantissimo... Durante le vacanze, mio fratello che mi racconta una conversazione con i suoi amici, e saltano fuori parole su di me che mi fanno malissimo. Persino Lui, non certo la persona più vicina a me è vero, che mi dice: "tu non parli..", anche se stava cercando di ribadire la distanza, lo so.
Allora, non è cambiato nulla. Sono logorroica solo con te, a quanto pare (contenta? hihi).
In tutto ciò, una frase mi viene detta: "se hai bisogno d'aiuto, chiedilo. tutte queste persone.. se tu chiedessi loro aiuto, sarebbero pronte a dartelo". Già... allora, cicci, inizio con te perchè è più facile, e perchè già mi aiuti. Ho bisogno d'aiuto, nell'affrontare la lontananza da casa (che spavento, ieri. Non è successo nulla ma.. e se fosse successo? Ok basta con i se.. non sono woody allen dopotutto), nell'affrontare questo periodo di nervosismo da tesi, e il lavoro.. tutte le cose che mi fanno sentire un fallimento.
Cicci.. non è mia intenzione spaventarti, non sono sull'orlo di un suicidio o chissà che. E' solo che voglio avere il coraggio, almeno, di chiamare le cose con il loro nome e di ammettere se sono giù.
Un abbraccio.
Wednesday, January 24, 2007
Gli occhi mi fanno male.. lui non c'è, su messenger, non so dove sia ed è meglio così. La casella della posta attira la mia attenzione, ma sono sempre inutili incombenze lavorative, o persone che scrivono del nulla (sì, l'autocritica incombe: non sono certo peggio di me) ed è tanto caldo, qua dentro. Non vedo l'ora di uscire, di affrontare una bella sferzata di vento freddo, di svegliarmi.
Ho deciso di uscire, stasera. Un mercoledi al cinema me lo posso concedere no? Magari senza sensi di colpa.. mi sono stufata di me stessa, non mi sopporto più. Tanto vale fuggire, buttarsi nella mischia ed evitare di pensare.
Ci credi cicci? Devo decidere quando prendere le vacanze estive, anche se non ho ancora nessun tipo di vincolo con queste persone, e nessuno sa se sarò qui oppure no, ad agosto, me compresa.
Perdonami, è un post sul nulla, non parte da niente e non vuole arrivare a niente. "E allora?" ti starai chiedendo.. e me lo chiedo anch'io....
Tuesday, January 16, 2007
Ho capito! Erano giorni e giorni che ci pensavo, da tutti i punti di vista immaginabili. Poi sabato la serata non è stata un granché (lo sapevo anche prima di uscire.. avevo ragione, cicci: ci siamo visti solo per forma), tanto per dirtene una mi hanno depresso con i loro discorsi sul lavoro etc… mi hanno fatto venire in mente tutti i miei pensieri più foschi sulle mie capacità, su quello che voglio dalla vita e tanto tanto altro… proprio in mezzo a tutto ciò ho capito: devo smetterla di pensare!
Ero scesa a casa serena… ero stata brava, prendendo quello che mi passava davanti senza star troppo a fare analisi, a pensare al dopo. Poi casa e solitudine mi hanno riportato al mio peggior difetto.. capodanno, il ritorno a Milano hanno peggiorato tutto.
Ma ora ho capito qual è la chiave: non cercare significati, non chiedersi perché o chissà che… la chiave sta nel pensare, per una volta almeno, a noi stessi, e non a tutte queste cose che passano quasi inosservate dal mondo.. perché mai dovrei essere proprio io a osservarle?
E poi, sprazzi di verità riportano il sereno. Ma com’è che a tanta gente piace nascondere, dissimulare? Lo credono veramente, di poter evitare le sofferenze altrui non affrontando gli argomenti, facendo finta di nulla? Grazie a tutto ciò sembrava di essere in mezzo a questioni importanti, problemi seri.. finalmente, qualcuno decide di fare il pettegolo e mi vengono rivelati parte almeno dei fatti. E tutto, o quasi, acquista un senso. Che sollievo!
Ero scesa a casa serena… ero stata brava, prendendo quello che mi passava davanti senza star troppo a fare analisi, a pensare al dopo. Poi casa e solitudine mi hanno riportato al mio peggior difetto.. capodanno, il ritorno a Milano hanno peggiorato tutto.
Ma ora ho capito qual è la chiave: non cercare significati, non chiedersi perché o chissà che… la chiave sta nel pensare, per una volta almeno, a noi stessi, e non a tutte queste cose che passano quasi inosservate dal mondo.. perché mai dovrei essere proprio io a osservarle?
E poi, sprazzi di verità riportano il sereno. Ma com’è che a tanta gente piace nascondere, dissimulare? Lo credono veramente, di poter evitare le sofferenze altrui non affrontando gli argomenti, facendo finta di nulla? Grazie a tutto ciò sembrava di essere in mezzo a questioni importanti, problemi seri.. finalmente, qualcuno decide di fare il pettegolo e mi vengono rivelati parte almeno dei fatti. E tutto, o quasi, acquista un senso. Che sollievo!
Saturday, January 13, 2007
Si tratta di una storia che si ripete... Fa parte di quelle coincidenze, un po' cattive, che la vita ripete, forse per mancanza di fantasia (?), alle quali ci si abitua e si riesce sempre meglio a riderci sopra...
Insomma, niente di speciale. Pensavo a Venditti che canta delle "cosce chiuse come le chiese quando ti vuoi confessare...") e devo dire che, allo stesso modo, è scientificamente provato che quando torni a casa la sera stanca e prendi d'istinto il telefono perché hai bisogno di sentire quella voce amica, di fare una chiaccherata che possa stemperare tutta la tensione della giornata... dall'altro lato della cornetta sentirai il vuoto... lasci che gli squilli si susseguano, l'uno all'altro, così, per sentire un suono familiare nella casa vuota. Poi abbassi la cornetta e dici: "Ma Dori, insomma, dove eri ieri sera alle sette?"
Un bacione
Polidora
che, come vedi, è ancora viva e colora i suoi post, nel cielo grigio di Firenze
Friday, January 05, 2007
La vata della posta era una signora di una famiglia distinta, ma povera. Per interessamento del comune le avevano trovato un lavoro alle Poste. Dopo un mese, non si faceva più chiamare vata, ma ada. In paese era l’unica ad avere una borsetta.. sempre la stessa, si ricorda mia madre, ma pur sempre borsetta (di vimini, mi pare di capire).
Una volta, racconta mia nonna, quando qualcuno compiva 40 anni il figlio doveva buttarlo a mare. Un tizio compie 40 anni e il figlio lo porta in riva al mare. Arrivati lì, il padre dice al figlio che toccherà anche a lui la stessa sorte; allora il figlio lo riporta a casa e lo nasconde “ncià nu cistizzu”. Quando il figlio va in piazza, racconta un sacco di storie vecchie, e tutti si stupiscono per la sua conoscenza del passato. Poi dei signori vanno a casa sua, e trovano il padre nel cistizzu, e capiscono.
(questo sembra uno dei miei aneddoti… finisce così, e la nonna per mettergli una conclusione ripete che quelli non sapendo si meravigliavano di quante cose sapesse il figlio)
Nessuno aveva delle scarpe, in paese, ma il mio bisnonno aveva prestato dei soldi, così ogni anno, con gli interessi riscossi su quella somma, mia nonna poteva avere il suo paio di scarpe.
(Questa me l’ha raccontata mia madre, suggerendomi di chiedere alla nonna di raccontarmi il fatto.. il cervello della nonna però oggi “era girato da un’altra parte”, e non riusciva a ricordare. Poi ha ricordato una storia di scarpe, e non ho avuto cuore di dirle che non era la stessa: un mio zio (caro, e purtroppo già rimpianto…) aggiustava scarpe. In giardino ne teneva un bel mucchio, portategli da varie persone. Mia madre se le metteva in casa, per giocare con scarpe troppo grandi per lei e con tanti tipi di tacchi, e mio zio si incavolava).
Il fratello di un amico di mio papà aveva in gestione la farmacia di castro, negli anni dal 1958 fino a non so più quando. Racconta che le donne andavano in farmacia scalze (mi dicono che a castro fossero molto poveri, all’epoca.. più che nel mio paese).
La moglie di questo signore racconta di essere stata la prima donna laureata nel suo paese. Ai suoi tempi, le signore avevano paura di mandare le figlie nel paese vicino con l’autobus.. e lei è andata a scuola, in quarta e quinta ginnasio, sulla jeep dei militari, perché l’autobus non c’era.
Un giorno mia nonna, mia madre, mia zia e forse altre signore vicine di casa erano in cucina (come ora, è in fondo alla casa, dopo tutte le altre stanze), attorno al camino. Bussano alla porta e loro urlano in modo poco garbato, pensando fosse qualche vicino :”trasi, traaasi” (pensando anche: “stu fessa, ce face, perché nu trase?”. Dopo un po’, loro vanno incontro al visitatore e lui si decide a entrare, si toglie il cappello dicendo “è permesso?”: è il nobile del paese (? Barone? No.. forse conte. Non ricordo più) che cerca mio nonno per qualche lavoro, o forse lo vuole pagare, e loro muoiono dalla vergogna.
(è il mio racconto preferito… mi sembra di vederle, loro 3 attorno al fuoco, un pomeriggio buio d’inverno, e questo signore distinto, alto, che piega la testa per entrare dalla piccola porta, e si trova davanti queste donne improvvisamente intimidite.)
Mia madre raccontava altri aneddoti sulla famiglia del nobile. Le donne della famiglia quando andavano a messa erano ammirate e guardate con soggezione dalle altre ragazze: erano vestite di bianco, e sembravano bellissime, delicate, eteree. E poi un giorno c’era un ricevimento, nel palazzo del nobile, forse un matrimonio. Allora le ragazze del paese spiavano i vestiti e le acconciature degli invitati da una porticina secondaria che ancora oggi dà sul giardino di quella casa.
(Queste e altre storie mi vengono raccontate.. mescolando verità e finzione, ricordi e immaginazione.)
Una volta, racconta mia nonna, quando qualcuno compiva 40 anni il figlio doveva buttarlo a mare. Un tizio compie 40 anni e il figlio lo porta in riva al mare. Arrivati lì, il padre dice al figlio che toccherà anche a lui la stessa sorte; allora il figlio lo riporta a casa e lo nasconde “ncià nu cistizzu”. Quando il figlio va in piazza, racconta un sacco di storie vecchie, e tutti si stupiscono per la sua conoscenza del passato. Poi dei signori vanno a casa sua, e trovano il padre nel cistizzu, e capiscono.
(questo sembra uno dei miei aneddoti… finisce così, e la nonna per mettergli una conclusione ripete che quelli non sapendo si meravigliavano di quante cose sapesse il figlio)
Nessuno aveva delle scarpe, in paese, ma il mio bisnonno aveva prestato dei soldi, così ogni anno, con gli interessi riscossi su quella somma, mia nonna poteva avere il suo paio di scarpe.
(Questa me l’ha raccontata mia madre, suggerendomi di chiedere alla nonna di raccontarmi il fatto.. il cervello della nonna però oggi “era girato da un’altra parte”, e non riusciva a ricordare. Poi ha ricordato una storia di scarpe, e non ho avuto cuore di dirle che non era la stessa: un mio zio (caro, e purtroppo già rimpianto…) aggiustava scarpe. In giardino ne teneva un bel mucchio, portategli da varie persone. Mia madre se le metteva in casa, per giocare con scarpe troppo grandi per lei e con tanti tipi di tacchi, e mio zio si incavolava).
Il fratello di un amico di mio papà aveva in gestione la farmacia di castro, negli anni dal 1958 fino a non so più quando. Racconta che le donne andavano in farmacia scalze (mi dicono che a castro fossero molto poveri, all’epoca.. più che nel mio paese).
La moglie di questo signore racconta di essere stata la prima donna laureata nel suo paese. Ai suoi tempi, le signore avevano paura di mandare le figlie nel paese vicino con l’autobus.. e lei è andata a scuola, in quarta e quinta ginnasio, sulla jeep dei militari, perché l’autobus non c’era.
Un giorno mia nonna, mia madre, mia zia e forse altre signore vicine di casa erano in cucina (come ora, è in fondo alla casa, dopo tutte le altre stanze), attorno al camino. Bussano alla porta e loro urlano in modo poco garbato, pensando fosse qualche vicino :”trasi, traaasi” (pensando anche: “stu fessa, ce face, perché nu trase?”. Dopo un po’, loro vanno incontro al visitatore e lui si decide a entrare, si toglie il cappello dicendo “è permesso?”: è il nobile del paese (? Barone? No.. forse conte. Non ricordo più) che cerca mio nonno per qualche lavoro, o forse lo vuole pagare, e loro muoiono dalla vergogna.
(è il mio racconto preferito… mi sembra di vederle, loro 3 attorno al fuoco, un pomeriggio buio d’inverno, e questo signore distinto, alto, che piega la testa per entrare dalla piccola porta, e si trova davanti queste donne improvvisamente intimidite.)
Mia madre raccontava altri aneddoti sulla famiglia del nobile. Le donne della famiglia quando andavano a messa erano ammirate e guardate con soggezione dalle altre ragazze: erano vestite di bianco, e sembravano bellissime, delicate, eteree. E poi un giorno c’era un ricevimento, nel palazzo del nobile, forse un matrimonio. Allora le ragazze del paese spiavano i vestiti e le acconciature degli invitati da una porticina secondaria che ancora oggi dà sul giardino di quella casa.
(Queste e altre storie mi vengono raccontate.. mescolando verità e finzione, ricordi e immaginazione.)
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