Saturday, February 16, 2008

"I know the pieces fit cuz I watched them tumble down

No fault, none to blame it doesn't mean I don't desire to

Point the finger, blame the other, watch the temple topple over.

To bring the pieces back together, rediscover communication.."

tool, schism

Thursday, February 07, 2008

In fondo, non c’è nulla che mi trattenga qui.

Eccetto che, lo ammetto, amo questa città, e non ho tanta voglia di andarmene, di abbandonare il mondo che mi sono costruita attorno in questi anni.

Mi piace un sacco vagabondare senza meta per questa città, il sabato mattina un po’ intontita perché ho dormito poco (ma bisogna sbrigarsi che il pane finisce, il pomeriggio ci sono tante altre cose da fare, e poi anche se sono poco produttiva di sabato mattina non importa, niente sensi di colpa), o dopo lezione, o quando uscivo da lavoro e preferivo camminare al prendere i mezzi strapieni… Ascolto la mia musica del momento, canticchio, penso ai fattacci miei e mi torna il buon umore, quasi sempre. Poi noto angoli di strada e palazzi che non avevo mai notato, e spesso con stupore scopro che quel tale posto che pensavo fosse tanto lontano è a 5 minuti di cammino, solo che per anni avevo fatto un giro incredibile per arrivarci, perché non è che sono proprio una cima, in quanto a senso dell’orientamento. E sui mezzi mi capitano sempre gli aneddoti più carini. Come oggi, che insieme a k. abbiamo incontrato due tizie simpaticissime, che parlavano fitto fitto in una lingua di un posto molto lontano, ma bastava guardarle un attimo, per vedere l’affetto e la complicità che solo una madre e una figlia hanno.

Prima o poi, però, vorrei andarmene… e forse dovrei farlo proprio ora, quando mi sembra di stare così bene qui, e quando mi lascerei indietro tanto, tantissimo. Meglio così, forse, che stare ad aspettare la curva discendente… o meglio che rimanere intrappolata, incapace di muoversi, magari solo per inerzia, e senza rendermene conto.

Probabilmente sono paranoie inutili, sarà già tutto deciso, o comunque la concorrenza tra di noi mi porterà verso un’unica direzione. Una sola parola, però, è bastata a sconvolgermi. Vedremo…

Sunday, February 03, 2008

Mi avevate regalato un buono cd del pick up (insieme ad altre cose), e non sapevo cosa scegliere. Probabilmente non te ne ricordi più, cara Polidora… Il tuo consiglio fu: “scegli Adore, perché secondo me è un disco di cui non ti stancherai presto”. Sono passati quasi 8 anni, ci avresti mai creduto?


p.s.: che sudata!!
pp.s. : e quante risate, quanti salti,
quanta stanchezza, quanta allegria...

Friday, February 01, 2008

Sogno un monolocale, piccolo, minuscolo, ma tutto tutto mio. Me lo immagino, ancora più piccolo di quello della Fra (solo che il divano-letto non lo voglio… brutti ricordi, e poi sarebbe sempre sfatto, conoscendomi), un po’ colorato, con l’angolo delle schifezze disordinate e qualche pouf per appoggiarci riviste e svuotare le tasche. Con un pezzo minuscolo di balcone, per tenerci il geranio se decide che vale la pena sopravvivere a questo inverno e alla mia mancanza di cure. Con un bagno pieno zeppo di flaconi, con il filtro per l’acqua, le foto alle pareti e il telefono fisso, perché comunicare è più importante di tutto. E poi, vicino alla metro (di tutti i colori, giacché sto sognando, tanto vale farlo in grande) e alle linee simpatiche di tram, quelle che passano spesso e non le ferma nessuno, neanche le macchine parcheggiate male, gli incidenti e le fughe di gas. E magari anche vicino a tanta gente simpatica, e al tipota, così sappiamo dove andare a bere una birra.


È bello, lo so, questo rapporto così profondo. Mi aveva fatto un sacco piacere, sapere che aveva detto a quel tipo che mi considera come una sorella, mai me lo sarei aspettato. E veramente le voglio un bene dell’anima, e non so come avrei fatto senza di lei, tante di quelle volte, ma vivere insieme richiede un impegno troppo grande. Non ce la faccio veramente più… Non ho sempre voglia di parlare di tutto, di sviscerare ogni singola cosa, di spiegare ogni sfumatura dei miei comportamenti, o di sapere per filo e per segno cosa pensa di me. (Ancora mi brucia, una cosa che mi ha detto nella penultima litigata, e su cui è inutile discutere: mi vede così, punto e basta, e mi fa male. Proprio perché non c’è niente da fare, però, non avrei voluto saperlo.)