Thursday, September 28, 2006

A volte ci vuole proprio poco per cambiare idea.
Anche un incontro come tanti, destinato a non cambiare la vita di nessuno. Lo so che non ci saranno conseguenze, ma mi accontento di notare che si nascondono delle belle sorprese anche tra le persone che conosco da un po’, e tra quelle che mi stanno attorno, ma di cui so molto poco. Sì, forse è un peccato, si è sprecato tempo o qualcosa di più.. ma va bene così. Va bene se queste cose succedono! Mi basta saperlo.. almeno per ora.
Insomma, sorrido alla vita.
Fémme deserte.

Ancora una volta
Ancora una volta l’incontro infruttuoso.
Per aver troppo amato invano
un tempo,
a chi dovrò perdonare?
Vo in cerca d’un sorriso perso,
se destinato a me.
È scivolato nell’ombra e io mi son dissolta
- nuvola – in un tremore.
Procedo svelta nel nulla, sempre,
a capriccio d’un passo senza un filo di luce,
imperterrita.
E aspetto la schiarita, non potendo
ardere fino a splendere.
Sono sorda e non posso parlare, cerco di ridere.
Pioppi e sguardi trascorrono sullo stradone
fra i roveti del sogno che sanguinano bagliori vani.
Quando verrà il riposo d’un chiaro sonno senza rive,
senza eco che vi si desti? Acqua dolce, acqua morta alfine,
dov’anche il sogno non esiste più.
15 luglio 1960


André Frénaud
Tradotto da G. Caproni

Thursday, September 21, 2006


La nostra eroina
Ve la immaginavate così la nostra dolce Dori?
Chi l'avrebbe detto? Doppiata!!!!
Cara Dori, ma dove vuoi arrivare?
Comunque: "We're proud of you"...e dai, esageriamo "We trust in you"! Prima che tu lo dica: sì, è vero. Ho bevuto tre bicchieri di vino prima di scrivere questo post...sai, noi fuori corso viviamo in un misto di gioia (sincera per te) e sana invidia (ovverò: quando finirò?) questi eventi (per noi misteriosi) della vita delle persone che ci circondano.
Tu sbufferai: "Ma devo ancora finire..."; oppure mi dirai: "Gli esami non finiscono mai!".
Si lo so: ci saranno ancora gli esami del sangue, quelli delle urine, quelli (mmm...meglio non continuare...).
Dori: gioisci, ubriacati ogni sera (ops, quello lo fai già!), vivi questo periodo come se ti stessi per laureare! (come se...)
Ti avevo promesso un post che ne valesse la pena, mentre ti sto offrendo un post semi-demenziale (non del tutto, dai...).
Ma ti voglio bene, anche se con la toga, te lo devo proprio dire, non è che tu stia proprio bene (fortuna che non dovrai fare l'avvocato...). Insomma io ti preferisco così come sei, col tubino nero stretto, mentre fumi una sigaretta e accarezzi un gatto.
Insomma: complimenti, davvero. Ssii la mejo (un tocco di salentinità ci sta proprio bene, anche se...scritto così...ti sfido a capirmi).
Polidora fuori corso ti saluta e ringrazia la simpatica signora siciliana che ha inconsapevolmente offerto la propria immagine per farti sembrare simpatica!

Tuesday, September 19, 2006

Dopo le tante lamentele sulla condizione di stagista, oggi ho lavorato con il telelavoro.. eheheh tranquilla cicci non sono così avanti. È solo che sono ancora malata, e the show must go on, si sa.. Anche se è finita, com’era inevitabile, con chiacchierate davanti al caffè, qualche telefonata, una torta in frigo e la febbre per niente passata. Ma a volte ci vuole proprio!
Due pensierini al volo.. perché sconclusionata voglio rimanerlo a tempo indeterminato.
Ho dato un’occhiata al blog di un’amica di amici di amici, nonché ragazza di un cugino di un amico (ex spasimante), che per strani giri lavora per un reality…. Mamma mia che tristezza! Ora, non me la tiro con ocicoski, soprattutto per la mia parte (ehm), sicuramente c’è tanto di meglio, e per fortuna, però non ho potuto evitare di chiudere la pagina abbastanza in fretta.. contentissima che non siamo uguali tutti, al mondo, che non tutti scrivono su un blog per dimostrare quanto sono fighi.. e lieta di ricordare che qualcuno un po’ più simile anche a me c’è!
L'altra sera invece sono finita, mio malgrado (si sa come vanno queste cose), a rivedere “che ne sarà di noi” con muccino junior…. A parte la tristezza sconfinata del film in sé, e ancor più del rivederlo a distanza di anni (dovrebbero proibirlo a chi è incline a malinconia, rimpianti & simili).. ma come cacchio fanno ad avere tanto successo film così? Sì certo conosco la risposta.. però uffa!

Sunday, September 17, 2006

Milano di nuovo uggiosa e malinconica. Ma è un’atmosfera che mi si addice, e tutto sommato mi fa anche piacere.
Dovrei essere nel pieno dei festeggiamenti, no? Mai più attese angoscianti in mezzo a persone invariabilmente mille volte più preparate di me… eppure non sembra sia cambiato poi molto: ogni volta c’è una nuova fonte di preoccupazioni, e tutto mi fa pensare che la vita futura non sarà tanto diversa, o migliore, dell’attuale e di quella passata.
Bah. Non si capisce dove voglio andare a parare, vero? Bè, non lo so nemmeno io…

Saturday, September 09, 2006

Uffa. Quant’è difficile trovare un posto nel mondo.
Allora forse è meglio se mi metto seduta in un angolino, a gambe incrociate, ad osservare come vanno le cose. Ma lasciatemi stare, non venite a chiedermi nulla, non fingete che ve ne importi qualcosa.
Sarà che sono una contemplativa (linguaggio da… il libro che avevamo come classico di inglese… quello dei bambini nell’isola, con tutti quei cespugli e gli occhiali di quel povero bimbetto).
Sarà che mi sono stufata.
Sarà che non ho mai capito che ci sto a fare qua.
Evvai. Viva l’allegria.
Ma questo è il mio modo per ripartire. Prometto che lo faccio.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.

Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.


Cesare Pavese

Friday, September 08, 2006

Era una di quelle giornate in cui tra un minuto nevica.
E c’è elettricità nell’aria. Puoi quasi sentirla; mi segui?
E questa busta era lì: danzava, come una bambina che mi supplicasse di giocare. Per quindici minuti.
È stato il giorno in cui ho capito che c’era tutta un’intera vita dietro ogni cosa, e una incredibile forza benevola, che voleva sapessi che non c’era motivo di avere paura. Mai.
Vederla sul video è povera cosa, lo so. Ma mi aiuta a ricordare. Ho bisogno di ricordare.
A volte c’è così tanta bellezza, nel mondo, che non riesco ad accettarla.
Il mio cuore sta per franare.

(American beauty)

Sunday, September 03, 2006

Volver

Anche io come te, in terra straniera. Tutto il giorno su un computer a mettere ordine tra le carte, ascoltando buona musica. Sinceramente, non è poi così male.
Certo, niente a che vedere con il nostro mare, con le casettine bianche dei paesini e le vecchiette sedute fuori dalle porte di casa...
Ma, in fondo, anche passare davanti al Duomo è un bello spettacolo...e anche le luci sull’Arno di notte...le vogliamo buttare via?
Che dire, un nuovo anno: Milano - Firenze - Lecce: il nuovo Triangolo delle Bermuda?
Diciamoci tutto sin dall’inizio: qui io già lotto con la tazza del bagno che si è rotta...ma perché in questa casa si rompe tutto ciclicamente?
E a Milano tu, nella nuova casetta...la nuova coinquilina? Mi auguro tutto per il meglio...
Questa notte ho fatto un sogno orribile: era in corso qui da me una guerra con armi batteriologiche, il sogno finiva con me che mi buttavo a terra disperata e piangevo e imploravo:“basta...basta...basta”.
Pensare che da qualche parte qualcuno implora con le stesse parole. E noi continuiamo le nostre giornate, come se niente fosse, siamo così distanti. Non è crudele questa modernità che ci fa credere di conoscere, di essere informati, ma poi ci rende così insensibili a tutto? Perché se non fossimo vaccinati rispetto a tutto ciò che sentiamo, dovrebbe essere la disperazione in tutti, giorno e notte.
Questo post è il più sconclusionato di Ocicoski. Ok, la smetto di bere. Ma, anche da lucida, sottoscrivo tutto.
Pensavo: e se gli facessi uno squillo?? Scrivessi ciao come va? Dopotutto che male c’è… va bene che in amor vince chi fugge, ma se lui è rimbambito forte….
Poi però mi ha scritto lui. Finalmente si ricorda della mia esistenza.
E io me ne sto qua tremante…. Alla fine, naturale, ci rimango male per come mi molla in 2 secondi, senza neanche una parola di spiegazione per come si è comportato, come se non avesse mai ricevuto un messaggio…. Quasi senza chiedermi come sto.
Mi ero sbagliata, anche quella volta?
Ma come si fa a non sbagliare? Non c’è, chessò, una regola, un trucchetto…. Boh, anche un test andrebbe bene
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