Monday, December 29, 2008
Dove sono stata tutto questo tempo?
Perché non ho mai usato le chiavi di queste stanze in questo periodo?
Non lo so. Le avevo perse, come ho perso fin troppe altre chiavi in questo periodo. E sono fuori, da stanze, da affetti. Piove fuori.
Dori, busso alla porta. Ho perso le chiavi. Aprimi.
E alla porta so già che ti vedrò come eri e come sei. Ma anche cambiata. Cresciuta, meno insicura, più forte (anche senza coscienza magari di questo). Non sei solo il tuo lavoro, sei sempre la mia cara Dori, con tutti i suoi tesori, con scrigni traboccanti di tesori.
A presto
polidoraassente
Tuesday, November 18, 2008
Poi succede qualcosa di questo tipo, e apro gli occhi su quanto quelli che mi sembravano splendidi sono in realtà bambini viziati, egoisti, strafottenti.
Avrò anche una famiglia scassata, genitori che non so ancora come prendere, carenze talmente profonde, nei legami con la gente (dalla famiglia, e poi via via allargando) da sembrare crateri... Però ci penso sempre, all'impatto delle mie azioni e decisioni.
Stavolta mi hanno proprio fatto incavolare.
Sunday, November 16, 2008
Non lo so cos'è. Ci sono cose che non vanno, situazioni o fatti o persone che non mi fanno impazzire dalla gioia, ma non bastano a spiegare, credo. Mi faccio mille paranoie, ancora più del solito. Paranoie su di me e sul mondo: io e il metallaro, io e gli amici di vecchia data, quelli del master, dell'uni, le conoscenze nuove. Io e il lavoro, io e il capo, io e i colleghi. Io e me stessa, soprattutto. Paura del vuoto, forse, come diceva il metallaro. Il vuoto, tra noi 2, ancora peggio il vuoto nella mia vita e dentro di me: terrore di non essere nient'altro, di non avere nient'altro da dire, che non sia il lavoro. Mi pare di essere - e non so più se è eccesso di paranoie, o lucidità - più timida, insicura, indecisa che mai, e non mi piaccio. Insignificante, mi sento grigia e abbastanza inutile. Mi pare impossibile, in tutto ciò, affrontare una "suocera", cercare di fare buona impressione su qualcuno, o semplicemente stare bene con gli altri. Assurdo, lo so, soprattutto ora che qualcuno che mi supporta c'è. Eppure... che sia allora questo il problema, forse non è lui quello di cui ho bisogno? O forse sono ridicola, con i miei goffi tentativi di complicare quello che è semplice, lineare, bello?
Monday, September 22, 2008
Friday, September 19, 2008
Mi ritrovo in ruoli inediti, e non so cosa fare. Non so nemmeno da dove iniziare.
Vengo a conoscenza di fatti e situazioni (problemi, praticamente sempre), e non so come affrontarli.
Una cara amica, che vorrei aiutare, ma non so come... e la cui amicizia e vicinanza mi manca sempre di più, anche se sono un'egoista a dirlo.
Un ragazzo che mi racconta dei suoi guai, e posso solo stare ad ascoltare, abbracciare, nulla più. Vorrei capire, meglio, ma proprio non ce la faccio, tutto mi sfugge.
Vorrei essere capace di affrontare tutto ciò, di petto, e invece mi sento debole, piccola, ancora ingenua. Forse, in fondo, vorrei essere ancora più piccola e ingenua di quanto sono. Vorrei smettere di crescere, evitarmi questa fatica: quella di aprire gli occhi, di capire cosa c'è, dietro: sofferenza, dolore.
Tuesday, September 16, 2008
(poi, ci sono le circostanze contingenti, va bene... ma non è solo quello)
Wednesday, September 10, 2008
Forse in fondo non sono nemmeno problemi, sono io la solita esagerata.
E' un problema se una persona che conta molto, in questo momento (per circostanze contingenti), non mi guarda mai in faccia, non mi rivolge mai la parola direttamente, e se commenta le mie parole lo fa fingendo che abbia parlato qualcun altro?
E' un problema se sto entrando in un mondo completamente nuovo, di cui non so nulla, e da cui mi sono tenuta alla larga, in tutto questo tempo?
E' un problema, soprattutto, se con queste persone devo partire da zero, un po' avvantaggiata dalla situazione, ma senza dimenticare che le amicizie si costruiscono solo con il tempo (e con tutto il resto)?
Chissà..
Friday, August 22, 2008
In aereo, tornando da Barcellona, guardavo fuori dal finestrino: uno spettacolo bellissimo, il mare, e poi il cielo incredibilmente blu, e, in tutto ciò, le nuvole.
Guardando fuori, perdendomi in fantasticherie, mi ero ritrovata, ancora una volta, incredula osservatrice della bellezza del mondo. Piena di gioia, e di voglia di ringraziare per tutto questo (anche senza sapere chi o che cosa, un ringraziamento, secondo me, in alcuni casi va proprio fatto).
Soprattutto, mi sono stupita di me stessa, mi è sembrato di ritrovare qualcuno perduto da tempo: quella dori (ma allora non si chiamava ancora così) che tornava a casa da scuola, che aveva il naso incollato al finestrino del pulmino, e ascoltava e partecipava alle discussioni solite, con quella gente strana, a volte simpatica, a volte insopportabile, spesso tanto diversa. Anche allora, aprivo gli occhi sul mondo attorno, stupita ammiravo la bellezza del salento in primavera.
Pensavo, ingenua, forse innocente, che il mondo era lì pronto ad attendermi; che preparare una valigia e gettarsi in una grande città non poteva che mettermi in contatto con tante e tante persone in gamba (gente, per intenderci, come polidora, o il mio caro amico di allora, e non solo. Perché ero – e sono tuttora – davvero fortunata: ne avevo di gente in gamba, attorno!). Pensavo che il mondo non aspettasse che me, e tutti noi che stavamo finendo le superiori, pronti a cercare la nostra strada, a disperderci per l’Italia, a far fronte a tutto con il coraggio e l’incoscienza di chi ha 18 (o, in casi sfortunati, 19!) anni. Poi ci ha pensato la vita a farmi cambiare idea, ci hanno pensato Milano, la bocconi, i milanesi, i compagni di università danarosi e fighetti, e non solo. Ho poi capito cosa vuol dire crescere, e – naturalmente, com’è giusto che sia – non ha nulla a che vedere con quello che poteva immaginare quella ragazzetta di liceo. Vuol dire affrontare problemi, imparare a guardare alle cose da differenti punti di vista, rinunciare a (parte) del proprio egoismo, prendersi responsabilità.
Nonostante tutto ciò, conta come mi sento, in questo momento, ora. A volte quasi non ci credo, a volte sembra tutto lineare, quasi banale e scontato nella sua inevitabilità.
È merito suo, del metallaro, se ora rivivo quelle sensazioni, se mi sento come se la vita, in questi anni, non mi avesse scalfito (o lo avesse fatto molto meno, rispetto a quello che è effettivamente stato). È merito suo se ritrovo dori a 19 anni, e gliene sono infinitamente grata.
Tuesday, July 15, 2008
Che ci posso fare, continua ad affascinarmi.
Gli invidio alcuni lati del suo carattere, e come direbbe Alberoni (non perché quello che dica Alberoni sia oro colato…), mi piace per questo, cerco la complementarietà.
Lui parla un sacco, parla con chiunque, non si vergogna di essere quello che è, non si cura dei giudizi. Gli piace fare amicizia, conoscere tutti, scoprire
Certo, ne è passata di acqua sotto i ponti, a me anche fisicamente pare cambiato, ma magari non è vero (mi capita spesso, di travisare i tratti della gente, nel ricordo. E poi faccio figuracce, tipo quando ho detto a un amico: “wow, sei abbronzantissimo”, non ricordando la sua pelle scura).
Mi fa tenerezza, come un tempo, anche quando definisce il se stesso del liceo bello (gli ho fatto le facce, ma cavolo se aveva ragione).
Scopro che siamo dello stesso segno, e mentre parla mi sorprendo a pensare “saremmo potuti essere grandi amici”. Se solo fossi stata meno timida, se solo mi fossi fatta meno problemi.
Immagino che mi farebbe incavolare, tanto, se ci avessi a che fare per più di una sera all’anno, mi pare il massimo del caos e della disorganizzazione, però che emozione, vedere che mi si attacca a cozza, che mi trascinerebbe in giro volentieri, che per una volta non sono io a elemosinare la sua attenzione.
Saturday, June 28, 2008
Monday, June 23, 2008
Finalmente ho visto questo film, era da un po’ che diceva che me l’avrebbe prestato. Poi, quando ero quasi alla fine, felici come 2 bambini, ci siamo messi a commentare, su msn, le nostre scene preferite (la mia, in assoluto, la partenza della nave: tutti in silenzio, l’inquadratura dall’alto, un mare di teste, e pian piano a un certo punto parte delle teste si staccano, stanno partendo), naturalmente lui ne ha nominata una che non avevo ancora visto… il solito. Un film bellissimo, tenero, un tocco leggero.
Ma non era di questo, non solo di questo, che volevo dire.
Io lo chiamo, da un po’, debosciato, il suono di questa parola mi pare adattarsi perfettamente al suo essere, gli calza a pennello. Lo sa, a volte i miei messaggi iniziano così. Scopro oggi che mi chiama sciagurata (mai direttamente, solo quando parla di me in terza persona), e mi fa tanto sorridere. Questa parola mi calza addosso, mi pare.
I primi mesi l’ho completamente ignorato, non mi piaceva il suo giubbotto di pelle, ridevo alle sue battute, ma non avevo capito nulla di lui. Pensavo fosse uno di quelli che hanno i loro giri, che uscivano per fatti loro e non ci tenevano a fare amicizia. Invece, assurdamente (come sempre sono assurde le cose che gli capitano), era fuori dal giro di mail, non sapeva nulla della nostra vita sociale.
A novembre abbiamo studiato assieme, ha salvato un mio esame almeno, e parlarci mi ha aiutato ad esprimere pensieri che tenevo dentro… fin troppo, forse. Il suo pessimismo, il suo essere così critico un po’ mi ha incattivito. Spero di essere rimasta un po’ ingenua e stupida, al male – a volte – non voglio nemmeno pensare.
Il ricordo più vivo, più bello e tenero, è al concerto degli smashing pumpkins: mi prende la mano, quando la folla mi stava risucchiando via, e sono di nuovo dall’altra parte, in mezzo a loro. E' difficile da spiegare a parole, è un ricordo visivo e musicale, siamo noi che cantiamo e balliamo lì in mezzo, è l'energia di quel posto, ma anche la bellezza di essere lì con loro.
Poi ci sono i tanti messaggi, anche quelli che si poteva pure risparmiare. Le volte che si preoccupa, tipo quando dico che mercoledì non ho nessuna voglia di andare alla festa, e mi chiede se è perché c’è mr.g… le volte che fa battutine, e in realtà lancia richieste d’aiuto, ma poi non sono capace a capire in tempo.
Wednesday, June 18, 2008
In crisi, ogni qual volta (sempre, cioè) potrei venir fuori io, la mia personalità, il mio carattere, il mio cervello. A mio agio solo quando posso nascondermi, osservare, ascoltare, forse anche giudicare gli altri, standomene nascosta dietro qualcosa.. qualsiasi cosa.
In crisi, perchè sono ancora la ragazzina che si sente non all'altezza, e sono stufa di esserlo dannazione. Stufa di avere ancora bisogno di conferme.
Stufa perchè pensavo di essere un po' cambiata, e invece la strada da fare è ancora lunga.
Thursday, June 05, 2008
Lui continua a mandare mail assurde, alzando sempre il tono, cercando - palesemente - lo scontro. Io sono una pacifista, e ne soffro, mi fa fisicamente male. Non lo fa solo con me, ma questo non migliora la situazione. Solo le risposte acide lo fanno diventare un agnellino.
Oggi ha saltato lezione, è rimasto a casa bello comodo. Sono rientrata, in ansia perchè devo finire di lavorare ad un'altra cosa, ed ecco la sua scontatissima mail: "ho lavorato, voi che fate, ci vediamo domani?". Fresco come una rosa, naturalmente, lui.
E poi tutte le manovre per essere il solo a scrivere a M.M., un ragazzo che ha solo un anno più di noi, ma che secondo il suo cervellino-ino-ino è detentore di chissà quale enorme potere. Ha fatto di tutto per estromettermi, di tutto per poterci parlare da solo. E con il capo di M.M., di tutto per mettersi in luce.
Potrebbe essere mio collega, l'anno prossimo, e non so come farei a non ucciderlo.
Sunday, May 25, 2008
Come se fosse possibile provare un interesse per qualcuno, e non accorgersene nemmeno. Come se fossi così svampita da non avere, da qualche parte, una piccola lampadina pronta ad accendersi, se è il caso. Come se il mio cuore fosse talmente spaventato, timido, confuso, insicuro, talmente tanto che la lampadina la spegne apposta, in quel caso lì.
Non ci si può affidare agli altri, in questo caso. Non basta il gossip, non basta chi dice che non parlo d'altro, o nota i miei sorrisi. Non serve nemmeno, a farmi stare tranquilla, una persona che dice l'opposto, e che è vicina ad entrambi, perchè di lei mi fido poco, soprattutto in questi giorni.
Piuttosto, mi spaventa la mia reazione quando mi scrive, mi cerca, condivide con me qualcosa.
Vorrei solo svegliarmi una mattina, e avere la risposta, quella definitiva, quella di cui sono sicura, qualsiasi cosa mi venga detta.
(E poi, mancavano solo le carte...)
Wednesday, May 21, 2008
Mi viene voglia di camminare, in questi giorni. Me la fanno venire, anzi per la verità dovrei parlare al singolare, ed è tutto un parlare di luglio, delle vacanze, delle ultime, probabilmente, vacanze come si deve, quelle in cui i giorni passano sempre uguali, e sembra che al lavoro non si debba tornare. Forse è solo un sogno, forse mi toccherà star qui ad aspettare improbabili telefonate agostane, ma nel frattempo è uno dei (pochi) pensieri allegri di questi giorni, e ho così tanto bisogno di serenità…
(Tutto pare angosciarmi, invece. Anche quello che non dovrebbe: i gossip, tanto per dirne una, non li sopporto più. Né sopporto il viscidume di chi vuol farsi amici in alto, contatti influenti, relazioni utili… ma quando mai me ne è importato?)
Tuesday, May 06, 2008
Vorrei essere molto diversa.
Meno impulsiva, soprattutto nei momenti di rabbia. Eviterei di fare un sacco di figuracce, di sembrare una folle, di pentirmi di così tante parole e reazioni.
Meno inconcludente. Vorrei fare meno piani, meno elenchi di buoni propositi (anche questo un po’ lo è, lo so), e poi perdere meno tempo, ed essere più produttiva. Affrontare una cosa alla volta, con calma, piuttosto che farmi prendere dal panico e passare il tempo a procrastinare qualsiasi attività (e arrivare comunque a fine giornata stanchissima).
Vorrei metterci meno tempo a superare le cose, meno attenzione ai dettagli e a tutto ciò su cui è inutile rimuginare. Vorrei, allo stesso tempo, essere più concentrata sul futuro, sulle grandi scelte, su quello che decide la vita, ed essere meno in balia del caso.
Vorrei, giacché ci sono, un po’ di fortuna in più.
Vorrei scrollarmi di dosso questa tristezza (che ora inizia ad annoiarmi), concentrarmi sul geranio rinato, sull’ombrello rosso fiammante che mi sono regalata, e ricominciare a sorridere, agli sconosciuti e anche ai fin troppo noti.
Thursday, May 01, 2008
Thursday, April 24, 2008
Forse, ma solo forse, sarebbe meglio togliersi questo dente, incontrarlo ancora, starci ancora male, imbarazzi, silenzi, e gente che va a fumare anche quando non ne ha voglia.
Ho deciso, in questi giorni (illuminazione dell'altroieri sera), di mettere da parte l'orgoglio. Allora lo voglio mettere per iscritto, qui, come promemoria. Mi servirà, se torno incavolata, ma anche se alla fine non si presenta, e sarà solo l'ennesimo rinvio.
Basta con tutte le cavolate che mi sono raccontata. Ho "perso", e non importa, almeno a me non importa. Conta andare avanti, e per farlo devo accettare quello che è successo, quello che mi è passato per la testa durante tutto questo tempo.
Non so se sono le solite frottole che mi racconto, ma da quando ho deciso mi sento serena, e lo prendo come un segno positivo.
(e per il resto, si vedrà...)
Friday, April 18, 2008
Chissà, forse sono io a sbagliare, sistematicamente.
Potrebbe essere, che attribuisco importanza solo alle cose lontane, improbabili, irraggiungibili, e scappo poi terrorizzata da quello che mi si avvicina, e che ha qualche possibilità di diventare realtà. Forse – perché no? – ho ancora in testa mille ideali romantici, l'immagine della storia ideale, del modo migliore (o meglio, di quello che più mi piacerebbe) di entrare in contatto con una persona, e tutto il percorso di avvicinamento, comprensivo anche degli stadi intermedi.
E allora finisce che rifiuto tutto ciò che non si conforma all’ideale.
Eppure, mi sembra evidente che no, così proprio non va. Quest’approccio (sempre se di approccio si tratta) mi fa sentire profondamente a disagio, e mi viene spontaneo fuggirne, mi sembra una potenziale fonte di ansia e di angoscia. Allora scappo, e mi sembra la scelta migliore.
Poi però… mi ricordo che anche l’altra volta ho fatto la stessa cosa. Identica. Non è che sono io, che non sono abbastanza lucida, che ho troppa paura di mettermi in gioco, e preferisco rifugiarmi nelle amicizie, molto molto meno rischiose?
Monday, April 07, 2008
Saturday, April 05, 2008
So già che non lo farò, almeno finchè alcune cose non cambieranno (fingo anche che non me ne importi nulla).
Un anno del cavolo, sembra servito solo ad aumentare i fantasmi da portarsi dietro.
Solo le chiacchiere non finiscono mai... cambiano i dettagli, ma non si fa altro che parlare.
Anche ora, sono solo parole senza molto senso, una dietro l'altra, indice, come direbbe qualcuno, del fatto che i miei pensieri sono confusi, prima di tutto nella mia testa. Scrivo solo perchè non ce la faccio, ad andarmene a dormire, con quelle parole nella testa.
Mi sono sempre affezionata molto ai dettagli, lo farò anche stavolta. Penserò al sorriso di una ragazza che oggi mi ha fatto un regalo (chissà se se n'è accorta), apprezzato soprattutto perchè viene dal niente. Penserò... non lo so, non voglio permettere al malumore di travolgermi. Penserò alle chiacchiere dell'uomo più angosciante del mondo, che mi fanno tanto ridere, o alla faccia di chi ha scoperto che ho un album dei dream theater nel lettore mp3. Cercherò, più di tutto, di convincermi che faccio bene, a pensare a queste cose. Che contano almeno quanto, se non più, di altro.
(non cancello la cronologia, i segni vari nel pc... devo smetterla, perchè sono forte e non ha senso, non perchè non ricordo l'indirizzo)
Thursday, March 13, 2008
noi sereni e semplici o cupi ed acidi,
noi puri e candidi o un po' colpevoli
per voglie che ardono:
noi cerchiamo la bellezza ovunque
e noi compresi e amabili o offesi e succubi
di demoni e lupi, noi forti ed abili
o spenti all'angolo:
noi cerchiamo la bellezza ovunque
e passiamo spesso il tempo così,
senza utilità (quella che piace a voi)
senza utilità (perché non serve a noi)
(Marlene Kuntz, Bellezza)
Sento l’arrivo della primavera, mi piace l’aria che si respira a pomeriggio. Ieri ho persino ripreso a dedicare attenzioni al mio geranio (cacchio, ora che ci penso oggi non l’ho innaffiato), e ho grandi speranze, sono sicura che si riprenderà presto. Dopo pranzo, quando prendo il caffé in balcone, l’ottimismo di marzo mi prende la mano, mi viene tanta voglia di scrollarmi la polvere di dosso. Me ne vado in metro con i Marlene nelle orecchie, riascolto un po’ ossessivamente questa canzone, e mi viene tanta tanta voglia di piangere, ma sono tutte sensazioni positive, mi ricordano di essere viva. L’autunno non è stato poi così brutto, nonostante come siano andate le cose, mr.g. mi ha dato un po’ di serenità, un po’ di dolcezza, e mi ha fatto capire cosa mi manca così tanto. Poi l’inverno è stato un caos, fatto di residui (strani) di cose passate, e con un’incursione ancora più assurda. Ma ora non importa. Aspetto di vedere cosa mi riserva il futuro, e cerco nel presente qualche indizio. Chissà...
Saturday, February 16, 2008
Thursday, February 07, 2008
In fondo, non c’è nulla che mi trattenga qui.
Eccetto che, lo ammetto, amo questa città, e non ho tanta voglia di andarmene, di abbandonare il mondo che mi sono costruita attorno in questi anni.
Mi piace un sacco vagabondare senza meta per questa città, il sabato mattina un po’ intontita perché ho dormito poco (ma bisogna sbrigarsi che il pane finisce, il pomeriggio ci sono tante altre cose da fare, e poi anche se sono poco produttiva di sabato mattina non importa, niente sensi di colpa), o dopo lezione, o quando uscivo da lavoro e preferivo camminare al prendere i mezzi strapieni… Ascolto la mia musica del momento, canticchio, penso ai fattacci miei e mi torna il buon umore, quasi sempre. Poi noto angoli di strada e palazzi che non avevo mai notato, e spesso con stupore scopro che quel tale posto che pensavo fosse tanto lontano è a 5 minuti di cammino, solo che per anni avevo fatto un giro incredibile per arrivarci, perché non è che sono proprio una cima, in quanto a senso dell’orientamento. E sui mezzi mi capitano sempre gli aneddoti più carini. Come oggi, che insieme a k. abbiamo incontrato due tizie simpaticissime, che parlavano fitto fitto in una lingua di un posto molto lontano, ma bastava guardarle un attimo, per vedere l’affetto e la complicità che solo una madre e una figlia hanno.
Prima o poi, però, vorrei andarmene… e forse dovrei farlo proprio ora, quando mi sembra di stare così bene qui, e quando mi lascerei indietro tanto, tantissimo. Meglio così, forse, che stare ad aspettare la curva discendente… o meglio che rimanere intrappolata, incapace di muoversi, magari solo per inerzia, e senza rendermene conto.
Probabilmente sono paranoie inutili, sarà già tutto deciso, o comunque la concorrenza tra di noi mi porterà verso un’unica direzione. Una sola parola, però, è bastata a sconvolgermi. Vedremo…
Sunday, February 03, 2008
p.s.: che sudata!!
pp.s. : e quante risate, quanti salti, quanta stanchezza, quanta allegria...
Friday, February 01, 2008
Sogno un monolocale, piccolo, minuscolo, ma tutto tutto mio. Me lo immagino, ancora più piccolo di quello della Fra (solo che il divano-letto non lo voglio… brutti ricordi, e poi sarebbe sempre sfatto, conoscendomi), un po’ colorato, con l’angolo delle schifezze disordinate e qualche pouf per appoggiarci riviste e svuotare le tasche. Con un pezzo minuscolo di balcone, per tenerci il geranio se decide che vale la pena sopravvivere a questo inverno e alla mia mancanza di cure. Con un bagno pieno zeppo di flaconi, con il filtro per l’acqua, le foto alle pareti e il telefono fisso, perché comunicare è più importante di tutto. E poi, vicino alla metro (di tutti i colori, giacché sto sognando, tanto vale farlo in grande) e alle linee simpatiche di tram, quelle che passano spesso e non le ferma nessuno, neanche le macchine parcheggiate male, gli incidenti e le fughe di gas. E magari anche vicino a tanta gente simpatica, e al tipota, così sappiamo dove andare a bere una birra.
Sunday, January 13, 2008
Mi (ci, in realtà) ha appena accompagnata a casa, ma non vicino casa, giusto dopo il secondo semaforo su san gottardo, giusto in tempo per vedere che k. andava dall'altro lato (dormi bene, dice lui, il mio dolce k.), e che io me ne correvo via nella notte da sola, in mezzo a così tanta indifferenza. Chissà se non se la ricordava veramente, la strada, o se è un bravo attore. Del resto, quanto ci vuole a rimuovere? Più o meno di 30 minuti?
Sì, mr. g. Me lo aspettavo, un po' lo temevo, prima o poi avrebbe chiamato e. e me lo sarei ritrovata davanti. Infatti eccolo qua, che farfuglia qualcosa sul mio messaggio di ieri (ha letto, dice, ovviamente aspettarsi una risposta sarebbe troppo), che parla di sè e poi ancora, sorpresa, di sè, e chissà se lo sa del mio esame, chissà se a volte riesce a guardare un minimo al di là del suo naso.
f. è tanto cara, vuole parlare, dispensare consigli ma anche sfogarsi sulla sua, di situazione, ma io ho 3 sbagliati in corpo, e temo troppo il momento lacrime, non voglio proprio che accada davanti a lui.
La mia dignità scompare definitivamente, quando mi fa una foto, dopo che barman, k., f. e non so più chi mi hanno trascinata di peso sul bancone (che umiliazione), e quando mi aiuta pure a scendere. Eppure c'è k. lì accanto che mi parla, che mi sfotte... ve lo mettete in testa, che non avete nessun nessun diritto su di me? Porca di una malota, ti ho detto NO, non voglio aiuto. Ti ho detto (mica tanto tra le righe): lasciami in pace... non puoi comparire così e scomparire colà a piacimento, e affermare anche il tuo potere su di me. Lasciami in pace.
(ah, dimenticavo... Ho perso l'ombrello arancione...)
Tuesday, January 08, 2008
Lying by your side
Tender is the touch
Of someone that you love too much
Tender is the day
The demons go away
Lord I need to find
Someone who can heal my mind
Come on, come on, come on
Get through it
Come on, come on, come on
Loves the greatest thing
Come on, come on, come on
Get through it
Come on, come on, come on
Loves the greatest thing
That we have
I'm waiting for that feeling
I'm waiting for that feeling
Waiting for that feeling to come