Certe persone ci sono vicine, ma non se ne capisce il motivo.
Perché in fondo siamo la quintessenza di ciò che non sopportano.
Me lo chiedo spesso ora, che rimetto in discussione tutto, anche una delle persone a cui sono più legata.
E poi, un’altra cosa che mi sto chiedendo, perché non mi difendo mai?
Non sono abbastanza per me stessa perché valga la pena di difendermi?
Io che mi metto sempre a difendere tutti, per il gusto della difesa, di contrastare chi attacca, per il voler trovare sempre qualcosa di buono nell’altro, nel mio caso butto la spugna prima che avvenga l’incontro. Non ne vale la pena. Perché? Perché in fondo credo soprattutto nell’incomunicabilità o perché mi considero inutile?
Quale delle due risposte sarà la più triste.
Io continuo a voler bene a chi mi ha ferito così tanto che ne piango ancora oggi a distanza di centinaia di km e di giorni. Continuo a voler bene, ma allo stesso tempo non riesco a perdonare. E anche questa è una sconfitta.
Questa città non guarirà da sola i miei mali. Bisogna rimettersi al lavoro.
Dori cara, quante cose dovrei raccontarti (questa, per esempio, è di prima della partenza), ma sono cose da dirsi a voce, in una telefonata notturna di qualche ora... quanto mi manchi...
1 comment:
cicci, quante ore e ore di telefonate ci vorrebbero.... che voglia di sentire la tua voce!!
non è la stessa cosa, ma va bene ugualmente: leggo con avidità, rileggo, torno indietro e controllo.... ogni tanto emerge un pezzettino, cerco di trovare il bandolo e la parte più divertente è proprio la ricerca. (ma di questo post.. parleremo, spero.)
ascolto i radiohead, finalmente. sono in considerevole ritardo, lo so, ma non importa. li ascolto e sorrido....
sono cambiate un sacco di cose dall'ultima volta che ti ho dato notizie.... qualcosa è andata malino, qualcos'altro come un fungo da chissà dove è sbucata. presto, spero, sarò un po' più precisa. (scusami ancora... gli esami si avvicinano)
un abbraccio, cara Polidora.
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