Alcune cose che mi mancano di Firenze.
Mi manca svegliarmi la mattina, bere il caffè e correre in facoltà, magari anche spettinata. Magari con la speranza di incontrare qualcuno, che sia il sempre cercato o anche un'anima qualsiasi che mi aggiorni sulla sua vita.
Mi manca sedermi ad un tavolo nella sala studio, con tutte le persone che si alternano e vedere, tra i tanti visi differenti, quelli dei soliti clienti. Trattenere un sorriso di saluto, mostrare uno sguardo fraterno di alleanza, per un qualcosa di molto indefinito, contro un qualcosa di altrettanto oscuro. Ma presente.
Mi manca il pazzo, che ogni giorno, compreso il sabato, offre prova della sua costanza, e gira le aule e apre libri e accresce la sua cultura feconda tanto quanto nascosta da circuiti stracciati dei suoi nervi mentali, malandati chissà a causa di quale male. Il suo passo pesante si riconosce da lontano, cominciavo a tremare presto, qualche tempo fa. Ora mi preoccupo delle sue scarse assenze.
Mi manca il forno, in via dei Servi, la via parallela all'università. La merenda che mi concedevo di panini con dentro gocce di cioccolata. Buonissimi. Ma mi manca anche la schiacciata, per quanto sempre sia gloria alle pucce e ai rustici delle nostre ridenti terre.
Mi manca l'uscire di casa a fare due passi e trovarmi, dopo due minuti, in faccia al Duomo, e sentirmi persa davanti a tutta quella grandezza.
Mi manca passare di sera di fianco a piazza SS. Annunziata, deserta e mal frequentata. Sperare di non fare brutti incontri, scorgere da lontano la cupola, che rassicura.
Mi manca l'edicolante di vicino casa, un uomo buffo che ogni volta che compro un dvd mi dice "Ah, questo sì che è un bel film". Sento nostalgia nella sua voce e mi saluta, e mi fa sentire a casa, anche se è solo un'apparenza.
Mi manca piazza d'Azeglio, con i suoi alberi enormi, con le sue giostre piene di bambini, con le sue panchine, almeno una sempre vuota, ad aspettarti.
Mi manca il cinema Alfieri, dove andare di sera e dimenticare che ci sei, affidandoti alla fantasia di qualcuno che ha vissuto due volte, una anche per te.
Mi manca anche Giovanni, quando suona alla porta di casa, e magari non lo stavo aspettando. Mi manca quando viene la mattina presto e mi porta il caffè mentre sono ancora a letto...mi manca anche oggi che non so ancora bene se ci sarà domani...
In questa sera in cui qui non mi sento capita, mi manca tutto questo di Firenze, e anche di più.
E no che non ami Maglie, con le sue strade piccole, con le piante rampicanti, con le mura così bianche che sembrano di pane, con il cielo aperto che si vede sempre e non ha ostacoli che lo tengano fermo...ma non mi sento capita e almeno a Firenze nessuno fa lo sforzo di capire.
6 comments:
.......
commenti intelligenti proprio non ne ho.....
posso solo aggiungere quant'è triste ogni volta la sera prima della partenza da casa..
un giorno sapremo qual è il nostro posto, dov'è "casa"?
chissà...io te lo auguro...
a me di vignac manca, in questo periodo soprattutto, la scala di casa, sempre piena di fiori coloratissimi, ogni anno diversi, e tanto coraggiosi nello sfidare il solleone...
poi mi manca il cielo, blu ma così blu...
e il giardino di mia nonna, che peccato mio zio sta distruggendo.... adesso la casa è molto più comoda, ma i miei ricordi di bambina sono sottoposti a dura prova!!
p.s. grazie a te adesso a milano quando esco da lavoro, o passeggio per caso, mi guardo intorno vagamente rimbambita pensando: questo cornicione mi mancherebbe? questa signora odiosa che mi ha calpestato o che mi ha dato del lei acida?
che bello, allora servo anche io a qualcosa!!!!
scema, solo a questo?
e poi, le persone devono "servire" a qualcosa?!!
beh, dillo alla prof con cui mi laureo...ti dirà: "Certo che sì""!!!
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